Il sogno di Coppola: colori, luci, jazz e amore.

Ieri sera in sala Ninna, Francis Ford Coppola mi ha cullato per una buona ora e mezza con dolci note e affascinanti colori che andavano a formare un intreccio magico che parlava d’amore, l’amore vero, che fa ardere di passione e piangere di dolore, impazzire e andarsene… per poi tornare. Tutto questo è l’affascinante “Un sogno lungo un giorno” (One from the Heart), film musicale che il regista italo- americano girò nel 1982.

Pellicola che, come suggerisce la didascalia che compare sul finale, venne girata interamente sui set degli Zoetrope Studios, il che permise a Coppola di “giocare” con luci ed effetti scenici con ottimi risultati. Scenografie, infatti, spesso incantevoli sono la perfetta cornice della storia d’amore tra Hank (Frederic Forrest) e Frannie (Teri Garr), difficile e appassionante, seppur, a dire il vero, molto comune, ma resa magica dai sopra citati, molto teatrali, effetti scenici e dalle dolci note jazz di Tom Waits che raccontano i sentimenti dei due protagonisti, entrano nei loro pensieri ed, ogni tanto, ne anticipano le azioni. Si capisce fin dagli affascinanti titoli di testa che si tratta di un film da un’impronta molto particolare e, in finale, tirando le somme, la noia anche ieri sera non ha mai sfiorato la sala e, anzi, sequenze come il sogno ad occhi aperti di Hank, mentre è in attesa che arrivi la splendida “ragazza del circo” (Nastassja Kinski), rimangono impresse nella mente.
Un bel 6 ½ se lo merita tutto.
(Ste Bubu)

1 commento:

  1. Concordo, bella pellicola. Danze dal buon carico di passione, eros cotto al punto giusto, alla fine mi sono pure commosso (sfigato!), anche se mi è sempre parso lampante che quei due si sarebbero dovuti abbandonare già da tempo (una a Bora-Bora, l'altra a vagabondare, così sarebbe dovuta andare...).
    Finale a prezzi stracciati che sta in piedi proprio grazie, più che all'amour, alla grande messa in scena dell'autore statunitense.

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