Qualche sera fa ho voluto seguire
il consiglio di una coppia d’amici e buttarmi su un film “un po’ più easy”.
Bella rigà! Non per la visione
del film “La notte del giudizio”
dell’anno appena trascorso, ma per avermi dato l’opportunità, attraverso la sua
analisi, di spiegarvi perché per me (noi?) un film non è per forza scadente se
è “easy”, bensì se presenta determinate carenze.
Questa pellicola parte bene,
l’idea c’è, ma si perde dopo 10 minuti. Tutto comincia con delle immagini di
“finto repertorio” di quello che una volta all’anno, secondo gli sceneggiatori,
accade nel 2022 nelle città degli USA: per 12 ore non esistono leggi e tutto è
lecito, dal rubare, al violentare, all’uccidere.
Inquietante, ma gli spunti di
riflessione, in fin dei conti, risultano inesistenti. Troppo assurde le
motivazioni di questa legge e le reazioni che crea nella gente.
Veniamo alla suspense. Il regista, nei primi 10 minuti di film, offre un paio di
riprese dal basso niente male, ma per il resto pochi risultati. Cercasi sobbalzo
sul divano disperatamente. Attori mediocri non aiutano (il protagonista quando
fa l’espressione terrorizzata è inguardabile). Il delirio di una città
impazzita viene ridotto ad una classica e banale “caccia all’uomo” in una casa da
parte di gente in maschera brutta e cattiva nei confronti di una famiglia
felice di brava gente americana. In finale di percorso ci vuole il colpo di
scena e il regista ,tal James De Monaco, chiaramente ci prova, ma niente da
fare. Unica nota di merito è l’aver chiuso rapidamente il tutto in un’ora e 25
di pellicola, risparmiandoci i 5 minuti finali di lacrime e baci.
Capite bene, cari amici, che non
è un problema di snobismo da parte del sottoscritto se un film, come questo, fa proprio
schifo.
(Ste Bubu)
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