“Net” vincente per Allen!

Seconda puntata del Cinerofum volante. Viaggio di ritorno dalla splendida Giamaica (see you…). Il volo è un Miami- Londra e questa volta l’aereo è di quelli moderni “superfighi”. Televisorino personale di fronte e un’ampia scelta di ottimi film, seppur, purtroppo, la maggior parte senza i sub in italiano. La scelta è quindi in realtà poca e, quando sono quasi rassegnato al dover vedere un “filmaccio” per farmi passare le 8 ore di viaggio, ecco spuntare un Woody… Ueilà! Gran bel film questo thriller by Allen datato 2005 dal titolo “Match Point”!

Di nuovo in gioco? Ma anche no...

Cinerofum volante, il pomeriggio (sera per l'Italia) del 7 febbraio. L'America Airlines, sul volo Milano- Miami, ha trasmesso (per ben due volte!?!) "Di nuovo in gioco", regia di Rober Lorenz, anno 2012. Minischermo old- style, cuffiette e tanta stanchezza, ma comunque me lo sono goduto, se così si può dire...

Che leggero questo sumo

Anche questa sera, alla settima rassegna sul cinema israeliano, presentato all'"Oberdan", compare sullo schermo il connubio tra la terra attorno al monte Sion e l'oriente più lontano. Giappone, questa volta. "Una grande storia" ("A metter of size" nella traduzione internazionale) è un film del 2007, diretto a quattro mani da Sharon Maymon ed Erez Tadmor.

Mods di essere

Martedì scorso, la sala Uander (ve la ricordate?) è ritornata ad accogliere i resti del gruppo di fondatori di questo esagerato e scriteriato Cinerofum: io, Elena ed Albert "Aporty". Proseguendo lungo il discorso cinematografico suggerito dalla visione delle gesta del "Cinema Universale d'Essai" fiorentino, ho proposto un film che può essere, a ragione veduta, definito un cult generazionale: "Quadrophenia" è una pellicola del 1979, che ripercorre i ribelli anni '60 britannici, fatti di musica quotidiana e senso di appartenenza ad un gruppo con proprio stemma. Diretto dal britannico Franc Roddam (classe 1946), scritto e prodotto dal leader degli Who (il titolo è tratto dall'omonimo loro disco), Pete Townshend.

"Spago" semplice ma sfizioso


Appena tornato dallo Spazio Oberdan, dove è in corso l'annuale rassegna dedicata al cinema israeliano. Questa sera è stato presentato il film "Noodle", del 2007, diretto dalla regista Ayelet Menahemi (classe 1963, Tel Aviv). Si tratta di un racconto piacevole, rapido e, a suo modo, divertente, che ha il merito di non esagerare con la salsa rosa.

Povero Stone ex-soldato


Qualche settimana fa, proprio prima di catapultarmi nella terra caraibica prescelta da Jah (esattamente mentre la Elena era di là a montare sé stessa e zaino), ho avuto la possibilità di vedere l'altro dei due DVD che mi passò il buon Benzi, sempre sull'onda del dibattito riguardante il valore del regista newyorkese Oliver Stone. "Platoon", del 1986, è tra i suoi più celebri e noi del Cinerofum (vero, Bubu?) proviamo un gusto tutto particolare ad accanirci contro i "grossi"...

L'oro di Bergman

Venerdì scorso, solo la corsa verso un'altra mi ha impedito di tuffarmi nelle euforiche angoscianti sensazioni post "Il silenzio" di Ingmar Bergman , pellicola del 1963. Euforiche poiché c'è da innamorarsi della sperimentazione sottesa a questo film e dell'allegria che può saltellare, di nota in nota, per le stanze e i corridoi dell'indimenticabile albergo senza nazione che fa da scenario allo stesso; angoscianti perché l'autore svedese non si dimentica, certo, anche questa volta di mostrare l'altra faccia, quella di chi proprio non riesce a levarsi la Maschera, a guardarsi allo Specchio scorgendovi il proprio Volto, figurarsi la propria Persona.

Se sclera "Lady Oscar"…

Serata particolare quella di ieri in sala Ninna. Un po’ perché la voglia di godersi un film è tanta, ma la capacità di concentrazione scarsa a causa di sogni verdi, giallo, rossi; un po’ perché fa il suo esordio assoluto Dario Argento con “4 mosche di velluto grigio”, pellicola del 1971 che, in finale, è abbastanza riuscita a distrarmi piacevolmente da quei sogni…

Grazie...ma solo a Papà!

Ed eccoci alla conclusione del racconto del nostro "Trieste FF 2014", mio e di Pupà. Dopo la discutibilissima pellicola, il Prof. ammaina le vele (e te credo), lasciandomi solo, più che speranzoso implorante, ad assistere all'ultima di domenica 19 gennaio: "Fine, thanks" è un film slovacco diretto da Mátyás Prikler che saprebbe cosa mostrare e come, ma che inspiegabilmente, ubriaco d'ambizione e compiacenza, finisce col fare una figuraccia imbarazzante, proprio come il suo protagonista. Peccato: deludente come tutti gli altri film visti in questa mini-rassegna di due giorni. Impagabile, invece, è stato questo tuffo nella città orientale che ancora trasuda gocce di una cultura che si sta prosciugando (svuotando come le sue eleganti case sfitte) e nella suggestiva atmosfera cinefila di questo intrigante festival. Di nuovo, quindi, Grazie Pa'. Ci si vede nei paraggi il prossimo anno.

Cinema Cina...che macina


Questa sera, al "Circolino", un altro cinese (ricordo il titolo del ciclo, "Cina: prima e dopo..."); questa volta, in programma, una pellicola del 1963 colorata dai più tenui technicolor e più retti sentimenti, diretto da Tieli Xier: "Primavera precoce al secondo mese lunare".