"Spago" semplice ma sfizioso


Appena tornato dallo Spazio Oberdan, dove è in corso l'annuale rassegna dedicata al cinema israeliano. Questa sera è stato presentato il film "Noodle", del 2007, diretto dalla regista Ayelet Menahemi (classe 1963, Tel Aviv). Si tratta di un racconto piacevole, rapido e, a suo modo, divertente, che ha il merito di non esagerare con la salsa rosa.

Riconosciamo, orami, il tipico colore un po' patinato, un po' scolorito, delle pellicole israeliane (ma che cosa diavolo sto dicendo?), così come lo stile di ripresa utilizzato, che mostra altresì il tratto, a me nuovo, della regista: inquadrature mai fisse, bensì in movimento continuo, come a cercare l'espressione che vien nascosta, pudicamente. Dopo essersi abituati a questa "schizofrenia" (che alla lunga solletica pure), lo spettatore può concentrarsi sul ritmo elevato, dettato sia dai già citati movimenti della m.d.p., sia dai dialoghi serrati, che ben si addicono ai due caratteri irrequieti delle due sorelle protagoniste. Mi appendo a questa liana ed evidenzio la bravura delle attrici (soprattutto Anat "Ghila" Waxman). E' grazie a tutti questi accorgimenti che la storia narrata non vada a finire in un fraterno abbraccio davanti ad un falò, con la musica del celebre Amaro nell'aria. Il film regge; e non solo perché mostra, è sempre bene non dimenticarlo, quanto possa essere stupida e inetta la nostra specie, talmente cretina da produrre assurdità in serie, infiniti bastoni tra ogni coppia di raggio: la burocrazia. Sì quelle alchimie tutte nostre che fan sì che un individuo in carne ed ossa, per qualcuno, possa non essere nessuno (senza un timbro).
Alcune scelte azzeccate denotano l'attenzione degli autori (Mili "Miri" Avital che prende una decisione, nel momento in cui lo spasimante segreto, ma non troppo, si dichiara).
In conclusione, non si pigiano tasti dolenti, non si scava sino ai nervi, nessun tema particolarmente scottante...bensì un bel racconto, avvincente ed asciutto.
(depa)

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