Gli incubi di Noodles

Serate di grande cinema in sala Uander. La scorsa solitaria settimana s'è conclusa con un celebre, quanto lungo, film Sergio Leone, del 1984: "C'era una volta in America" è una delle tante, ma ricostruite come poche, epopee di un uomo qualsiasi, nato e vissuto in epoca e luoghi unici, la New York della metà del '900.
Vita dura, sfiorata da ditate rapide ad un dolcetto da qualche cents, che mette l'acquolina, ma nulla di più. Sergio Leone costruisce un'opera sontuosa, elegante e spigliata, per raccontare un mondo che non c'è più; l'aria violenta e scanzonata che percorreva le strade di Manhattan aveva un sapore particolare, per conoscerla, basta vedere questo film. E' cinema, ma quel cinema che fa sempre un passo oltre l'immagine. Romanzo cinematografico (tratto dall'autobiografia di un ex-gangster, tal Goldberg) che riesce ad avvolgere, proprio come un buon libro, con personaggi principali cui affezionarsi e minori cui ritorna il ricordo. Robert "Noodles" De Niro, da italo-irlandese di Manhattan, è tagliato per la parte, freddo implacabile, dalla rigida etica personale, che non vuole tradire a costo di sognare.
Lo splendido, inquietante, assordante e premonitore squillo iniziale introduce lo spettatore, con classe e profondità, nella memoria di Noodles, poi un capezzolo che sa ancora di madre e un Morricone struggente. Il racconto prende corpo ed è quello del passato, più truce che mai, sì, ma amaro come sempre. Anche in questo suo ultimo film, a parte, forse, proprio l'ossessività del tema musicale del compositore italiano (la stessa, però, di ogni nostro ricordo), la padronanza assoluta del regista del mezzo cinematografico, l'intrattenimento puro che esala dalle sue opere, sono evidenti. Leone è in grado di allestire una successione continua di duelli lungo il cammino del nostro eroe, sia esso solo coi proprio fantasmi, sia esso circondato da feroci rivali; sarà sempre uno scontro all'ultimo sangue. Immagini di grande realismo immerse un'avvincente epopea moderna. Noodles è preda del destino, come scritto sopra, non è Tony Montana, non è un Padrino, è una specie di uomo comune, vivo, sempre; morto, pure. Tranquilli, nessuna assoluzione; figurarsi, poi, tra Long Island, Manhattan ed il Bronx...
Inutile elencare gli ingredienti di primissima qualità. Obbligatorio vederlo.
(depa)

2 commenti:

  1. - Noodles che hai fatto tutto questo tempo?
    - Sono andato a letto presto!

    Geniale

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  2. Non entra nella top 3 dei miei "gangster movie" preferiti. Scarface, Carlito's Way e un paio di Tarantino non si battono, ma la storia scorre piacevole grazie a personaggi e dialoghi accattivanti e la maestria nella scelte delle immagini, piani sequenze e musiche di Sergio Leone.
    Questo mi mancava...

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