J.J. andrà fino in fondo

In queste serate di fresco relax agostano, la sala Uander dà il meglio di sé. Se poi, dopo tortelli ai funghi con pomodorini e robiola, la pellicola in programma è un filmone anni '70 e, per giunta, la sua nomea, dopo questa visione, è da me umilissimamente ma ampiamente avvallata, allora la serata può dirsi perfetta. "Chinatown" di Roman Polański, del 1974. Un classico e moderno giallonero di gran fregio, dall'accurata atmosfera Los Angeles '30, sorretto da pilastri solidissimi, tra cui l'affascinante sceneggiatura e la grandiosa interpretazione di Jack Nicholson.
Sia chiaro da subito, tra gli interpreti ci sono star che brilleranno e vecchie volpi mica da ridere (John Huston, altra "torre" a vigilare sullo sfondo). Ma è innegabile che l'attore newyorkese dona al geniale personaggio Gites una naturalezza sbalorditiva, obbligandoci a seguirlo con gustosa trepidazione per vedere come diavolo ne uscirà... Rievocando il primo amore cinematografico, "liquido", Polanski apre e chiude i tubi dell'acqua, versandovi ora ironia, ora violenza o passione. Il protagonista è tra i più complessi e simpatici che ricordi; è un buono, un giusto che, suo malgrado, s'è dovuto iscrivere al gioco. Poi è un duro che ciao!, mai una volta che si tiri indietro. Ma sono troppe le sue sfaccettaure per... Allora le due ore corrono, a presso di questo splendido detective, sapientemente circondato da scenografia e fotografia curatissime. E' proprio qui il successo del regista, aver unito la ricercatezza stilistica a quella narrativa (di Robert Towne soggetto e sceneggiatura, con qualche suggerimento, di cui uno fondamentale), aver soddisfatto gli occhi e lo spirito, solleticati da un'atmosfera e un plot compatti e, soprattutto, da una personalità forte, spregiudicata, anticonvenzionale, che nel proprio prim'attore trova l'esatta sublimazione (ops!). Un clacson nel silenzio. Ed ecco, prima che si chiuda il sipario, uno tra quei minuscoli consigli di cui...: il finale. Amarissssimo. Ce ne sarà una decina così! Miseria! Stupendo.
(depa)

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