Ma cova c'è da videve?!

Bello quando due amici rimangono nella città deserta. Pizza e birra e cinema. Nella nuova sala "Blauzer" di via Vetta d'Italia, il buon Albert Monzy mi accoglie con un film che definire dissacrante è poco, pochissimo. Firmato dall'irriverente team dei Monty Python, nel 1979, "Brian di Nazareth" pare levare tanti bei sassolini dalle scarpe di coloro i quali, più si voltano indietro a tirare le somme sulle sacre questioni della fede, più sentono tanfo di potere e ipocrisia.
L'ironia di Terry Jones e i compagni (alcuni da Cambridge, altri da Oxford) è ora facile e leggera, da gustare come uno snack veloce, ora capace, sotto sotto, di stimolare riflessioni fastidiose ai più, doverose ai meno. "Life of Brian" può stupire per la sua capacità di smascherare la meschinità della strada scelta per l'avvenire, proprio risalendo ai tempi in cui quella scelta fu presa. Guardando questa pellicola, oltre a ridere di gusto per le strambe gag ideate dai sei folli artisti (quasi tutti british, con Terry Gilliam born in USA), non è escluso che sorga un certo disgusto verso un'evoluzione di migliaia di anni che, per quanto osannata, non sembra aver portato alcun miglioramento sociale (se scrivessi "morale" sarei definitivamente un cretino).
L'invito al Cinerofum di questi ironici, creativi e coraggiosi autori, era doveroso. Un grazie ad Albert per l'ottimo spunto (e vederlo con lui, o senza, non è la stessa cosa) e un consiglio a tutti di godersi questo povero Brian, finito in qualcosa più grande di lui: no, non la diatriba dello spirito (a quella si potrebbe far fronte), ma appunto la stupidità umana.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento