(da) dimenticare

Il secondo film che mi è capitato sotto gli occhi a "Venezia 2014" è cinese, sorta di thriller psicologico, volutamente oscuro, speranzoso di stupire, incentrato sulla ferita rossa, sempre aperta, sul passato della Repubblica Popolare Cinese. "Red amnesia", diretto da Wang Xiaoshuai, non mi ha per nulla coinvolto, la molla si carica si carica, l'attesa sale...ma finirà tutto nella più banale e confusionaria sceneggiatura.
Avete presente quei film in cui non si capisce nulla, poi, piano piano,...si comprende tutto ed è ancora peggio? Amnesia rossa è proprio così. Troppo intimista per coinvolgermi (devi essere nato e vissuto in quello sperduto paesino cinese per sentir vibrare qualcosa, forse nemmeno), costruisce abbastanza bene il ritmo della suspense, ma in questi film, più che altri, "è la somma che fa il totale", e qui il conto finale è una raffazzonata storia di vendetta e pentimento, che fa cadere le braccia. Pellicola confusionaria che vuole ambiziosamente (bastino le note di musica sinfonica sul finire) unire dramma esistenziale (politico) e mistero narrativo, ma che si rivela una storiella arzigogolata prima, scontata dopo. Su tutto questo, una regia assente, senza accento, senza personalità. Si salva solo l'interpretazione della protagonista (Lü Zhong).
Voto: 5.
(depa)

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