Recuerdo amaro

A Venezia, quest'anno, nella sezione "Giornata degli autori", è stato presentato un film francese, dal sapore tutto cubano. Visceralmente legato a quell'isola che più di altri luoghi, ha saputo condensare in sé caratteri, ritmi e culture del tutto particolari. "Ritorno a L'Avana" ("Retour à Ithaque"), diretto da Laurent Cantet, è una delle tante storie di chi se n'è andato e di chi è rimasto, esuli e falliti, col groppo carico di ricordi e rimpianti.
Una lunga chiacchierata su di una terrazza, dal tramonto all'alba, tutto il tempo, per i membri di questa rimpatriata, di buttare giù le carte, rimuovere sassolini, tirare le somme. Di carne al fuoco ce n'è stata, nello scorso secolo cubano, e stare ad ascoltare è un esercizio piacevole. Dolce ed amaro, come ogni ricordo, perché presenta nel conto, anche la sovrattassa del tempo, che è cara, molto cara. La verbosità viene acuita da qualche ripetizione, ma è un peccatuccio che dà forza alla ciclica disperazione dei protagonisti, come intenti a ripiegare su se stessa quella inesorabile linea delle ascisse infinite. Il regista francese classe '61, di cui apprezzammo "La classe" (Palma d'Oro 2008), punta sui volti, sulle rughe che tanto raccontano, e sul montaggio appresso al dialogo, riuscendo a confezionare un'opera che sa di esercizio ma che riesce a coinvolgere, anche senza che venisse sfoderato quell'ultima rivelazione che, a conti fatti, non è né una sorpresa né una tragedia. Attori tutti all'altezza, disinvolti e sinceri.
Voto: 6 e 1/2.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento