Avvicinati e precipiterai

Ieri sera, drogato di cinema, m'è venuta voglia di farmi un John Huston, annata...mmh...1975, ultimissimo periodo. "L'uomo che volle farsi re" è una pellicola dal carattere forte, spregiudicato, provocante; a muso duro come i due tosti protagonisti, ora si gioisce in sala Uander, ora ci s'indigna: ed ecco dipanarsi un'avventura che è metafora di vita. Da un racconto di Kipling, sui sogni e sull'ambizione dell'uomo, nonché dello stesso regista che, questo film, lo volle realizzare con tenacia.
Cribbio se è una coppia tosta quella composta da Michael Caine e Sean Connery, altro che folli scapestrati. Lo scontro per la conquista dei muli, al trentacinquesimo minuto, lo testimonia. E allora seguiamoli, vediamo un po' dove riusciranno ad arrivare i nostri, che sembrano camminare senza tregua per ricordarci che, per ottenere una cosa, le gambe in spalla sono il minimo. Chissà quanti come loro, partirono piccola compagnia di sognatori (coppia!), per tornare esercito di conquistatori. La pellicola è intrisa del fascino di un racconto, di un viaggio, che come molti diventa avventura, esotica e spericolata. Ma, come ho scritto, mi ha colpito soprattutto per l'intrinseca spregiudicatezza. Per nulla politically correct. Ambizione umana che diviene sfida agli dei, sfrontata violenza militare (il film sa anche essere molto cruento), ironia un po' becera di chi si crede qualche gradino sopra agli altri. Ma, ecco la lezione cara a Huston, gloria e oro sono ben distinti, quando il secondo comparirà, la prima cambierà landa e cominceranno i guai per i nostri simpatici eroi senza troppa morale.
Ed allora verrà la valanga, il caso prende in giro, pare buona sorte ma è solo un prolungamento verso la disfatta, il precipizio.
Consigliato.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento