Stella cadente in teatro

Per l'ultima serata di "Venezia e dintorni", io e Marigrade al "Colosseo", seduti su comode poltrone. Qual piacere nel vedere apparire sullo schermo un certo Al Pacino! Il quale contribuisce, con la propria potenza artistica, a calamitare l'attenzione del pubblico in sala, lasciando fugacemente la possibilità di apprezzare il particolare taglio realistico della regia e le altre interpretazioni sullo schermo. "The humbling", diretto dallo statunitense, classe 1942, Barry Levinson.
Al Pacino è in grande forma, anche quando interpreta un vecchio rattrappito, e un po', ahi noi, se stesso. Quando si dice "bucare lo schermo". La sua presenza scenica travalica il telo bianco chiedendoci di starle affianco. Scritte queste scontate considerazioni sulla star americana, ci si può dedicare alla regia di questo film che, restando in tema di locuzioni classiche quanto vuote, verrà amata od odiata. Troppo marcato il tratto scelto: schiettezza, disinvoltura nella recitazione e nella posizione della m.d.p., con l'intimità senile del protagonista spulciata senza gentilezza, complice una compagna davvero sfacciata, non priva di un fascino stranamente accattivante. Commedia psicologica sul tempo che va, anzi, che se n'è andato, in cui l'acume dello scrittore americano Philip Roth viene esplorato abbastanza bene. Sempre accettando le regole di questo gioco che, a tratti, pare essere troppo artificioso, rischiando di cadere nella commedia facile per tutti. Comunque, secondo me (e Marigrade, se non ricordo male), da vedere, perché ci si diverte.
Voto: 6 (in concorso).
(depa)

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