Sangue tra lenzuola e TV

Ci dan dentro i ragazzi! Cinema sempre Cinema, 'sta volta al cinema. Qualcuno parla bene di un film e siam lì, pronti a controllare. Ovviamente senza farci menare per il naso, mai oltre un certo limite. Lo statunitense David Fincher, forse, passeggia proprio su quel limite, spesso con produzioni nazionali dalle cifre lunghe, dirette ad un pubblico non certo profondamente sconcertato... Ma questo è un tipo di cinema, e "L'amore bugiardo", del 2014, ne è un esponente di qualità migliore.
E' un film particolare, che mi lascia un sapore amaro per la sensazione di essere arrivati vicini al botto forte; ma anche dolce, sia per le cose positive qua e là e, soprattutto, perché forse non ci speravo. A mio parere, alterna letture più acute e interessanti (su tutte quelle a proposito di una società ormai ufficialmente prostituita, di cui la morbosità dei media rappresenta solo un sintomo, il più appariscente ed inarrestabile), ad altre più piatte (newyorkese con passato d'oro frustrante che finisce nel nulla di un matrimonio di campagna). Ma è interessante la sterzata, bene impostata, effettuata dopo l'ora di visione, con le carte rimescolate e travolte dai due capezzoli di una giovane sirena californiana, classe 1991. La regia che gioca facile, portando a casa una pagnotta all'olio, si lascia andare con una liberatoria scena di suggestiva violenza bordeaux sangue, ma non è colpa sua se la scenggeiatura, a furia di tirare, rischia di indurre negli "eh vabbè" (se fosse stata incinta, le televisioni, detentrici di dignità e privatezza, sarebbero state le prime a sapere e divulgare). Senza addentrarsi troppo nei meandri matrimoniali, cosa che altre pellicole possono fregiarsi di sondare seriamente, questa intrattiene, con immagini da vetrina, sceneggiatura da best seller e una critica sociale da bar che, in ogni caso, valgono più della spazzatura che gira per le sale.
(depa)

1 commento:

  1. Concordo pienamenmte col tuo giudizio.
    Ieri sera, dopo un "primo ultimo sabato sera" qui a Port Antonio piu' che degnamente celebrato, avevo bisogno di darcela... Sono stato piacevolmente intrattenuto, in sala Porty Hostel, da questa semplice, ma non banale o stupida pellicola. Un thrillerino americano che non annoia mai e, in certi tratti, appassiona anche. Vero e' che la critica sociale resta ad un livello di chat da bar, ma non credo fosse lo scopo dell'autore addentrarsi in essa.
    Una pellicola di puro intrattenimento che compie a pieno il suo dovere.

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