7 ed 1 peccati

La scorsa settimana, in sala Uander, la Ele ha fatto notare: "In tele c'è Seven...". - "Ah" ho risposto; " ...e quindi?". Lei, di rimando: "Boh, visto che, al cinema, abbiamo visto un film di quel tizio là...". E allora vediamolo, un altro film dello statunitense David Fincher...correva l'anno 1995.
Quindi ci siamo messi lì, buoni, a sopportare quante belle pubblicità finiculì finiculà. Inizia il film e, sin dagli accattivanti titoli di testa, caratterizzati da sound e grafica metallici, s'intuisce il punto forte di questa pellicola: atmosfera cupa e degradata, sporca e infame, con fotografia da colori arancio-sugo-sangue-ruggine che, assieme ad una pioggia che non smetterà mai di gocciolare dai cappotti di pelle di detective e policeman, ci catapulterà nella trama infernale disegnata da un pazzo troppo indignato. Non c'è dubbio: per le strade s'aggira un serial-killer di quelli tosti e Hollywood non vuole lasciarselo scappare. Fincher chiama a rapporto tre o 4 attori coi quali, intuisce con astuzia, tanti ragazzini tappezzeranno le proprie stanze (clamorosa la prestazione della meba Paltrow) e inanella una serie di efferati e ripugnanti omicidi, tenuti assieme da un filo pressoché invisibile: un ciccione, forse, è morto mangiando sino a scoppiare, ma no! il super investigatore ha scoperto con sommo acume che la vittima aveva i piedi legati, è omicidio! Gola; un avvocato muore staccandosi un fianco, quindi è "avidità"; un tossico è costretto, a letto, a farsi per un anno, e sarà "accidia" (?!)...e via così. Se non fosse che il babbucchione perverso ritira dalle biblioteche pubbliche i testi cui s'ispira, registrandosi come un bravo stundentello.
Fortunatamente, ecco che arriva il finale a salvare il, con una trovata davvero degna di nota a sollevare il peso di una sceneggiatura, altrimenti, davvero labile (i grandi autori di questo film, fini psicologi, avrebbero dovuto sapere che sarebbe, per non far scattare l'ultimo, acrobatico direbbe il Taigher, vizio capitale, sarebbe bastata un po' più d'astuzia da parte del moderno Sherlock Holmes, Morgan "Somerset" Freeman, semplicemente inventando un qualche oggetto nella tragica scatola, convincendo il povero Brad "Mills" Pitt  a non farsi prendere per il naso dallo psicopatico Kevin "John Doe" Spacey...).
Blockbusterone di quelli da avere sempre in casa, facile, avvincente, da parlarci per ore in area break.
(depa)

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