Famiglia sporca di panna

La scorsa settimana, essendo lunedì e trovandosi in programma, sempre al "Circolino" e sempre all'interno della rassegna dedicata a "Woody il serio", uno degli Allen che compresi meno, "Sogni e delitti", del 2007, sono uscito nonstante il freddo e il trambusto fuori, sicuro di ritornare a casa, distratto e soddisfatto.
"Assieme a 'Crimini e Misfatti' e 'Match Point', compone un'ideale trilogia del delitto" - introduce il curatore, - "Traspare il pessimismo di Allen dinanzi alla caduta dei valori della società moderna (la famiglia, la vita, i legami familiari). Una fotografia in cui Londra rimane cupa, grigia, a far da sfondo a temi shakespeariani (personaggi ossessionati dai propri incubi e sensi di colpa), in cui il dramma il dramma ha il sopravvento, guidato dal fato, che lo conduce ad un delitto senza castigo. Forse meno riuscito di "Match Point", ma comunque in grado di sondare i meandri più reconditi dell'animo umano".
Parole pressoché sante. E' un gran film, però; sui moderni falsi idilli, che spingono tutti, più o meno segretamente ad una corsa all'oro senza traguardo. Lo spessore di Woody Allen si percepisce soprattutto in quei momento in cui s'immagina questa tragedia moderna affrontata da altri autori della grande distribuzione. Forse questi nemmeno ci provano; oppure i variegati e meschini risultati sono tutte quelle "cose che si vedono in giro", chissà. La barca non starebbe nemmeno a galla, affondata da buchi grossolani e manovre sbagliate, figurarsi attraversare con andatura sinuosa ed inquientantre nel triste laghetto delle nostre esistenza, in acqua stagnante, erbaccia e fango su ogni riva.
Ottimi attori a dar solidità al racconto, come al solito; oltre ai due protagonisti, Ewan McGregor e Colin Farrel (il migliore), ci sono grandi comprimari, come la madre Dorothy (Clare Higgins) e lo zio Howard (Wilkinson).
Fotografia a tratti in odor di technicolor (la birra bevuta sulla scaletta che dà sul retro, colla vista ferroviaria), tutto pare un mondo fatato, artificioso, in cui la fosca natura richiama all'incubo reale; un attimo dopo la pellicola assume connotati meno appariscenti, meno affettati, barocchi, dei classici "Woody", più rude. Grazie al ritmo intenso, l'attenzione è rapita, sgomenta di fronte a questo graffiante affresco sulla pura ipocrisia ("è una vergogna arrivare ubriachi per un lavoro così!"); con tragico crescendo in immagini in movimento, degno dei più grandi registi, sul diminuendo di tutti i valori morali.
(depa)

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