A forma di vuoto

Appena tornati, io ed Elena, dalla visione dell'ultimo film dello statunitense Paul Thomas Anderson, "Vizio di forma". Come durante tutte le due ore e mezza, trascorse in silenzio, senza emozioni, le facce sbigottite si cercano ancora. Magari non l'abbiamo capito, ma pur con tutta la simpatia verso un utilizzo coscienzioso di una qualunque sostanza psicotropa, proprio non siamo riusciti a farci coinvolgere dalle vicissitudini, piuttosto confuse e per nulla apparentemente sfilacciate, dello squinternato detective "Doc" Sportello.
Hai voglia a cliccare su leggi tutto...che devo scrivere? Un film che si sarebbe dovuto nemmeno concepire, di certo non così. Anni '70 senza sound, psichedelia piatta, corpi da sballo per un calderone di sketch da B movie; a tal proposito, se il vuoto di un'epoca, ricca di tentativi peraltro molto creativi, era l'obbiettivo dello strafottente (ambizioso e presuntuoso) regista, allora il suo è fallito, mentre nel cinema lontano dai riflettori credo si possa scovare molto di meglio; senza alcuna necessità di avvicinarsi minimamente a quel "Lebowski", cui strizza più di un occhio, Un'altra epoca, intendo gli anni '90; tutto un altro cinema.Inutile.
(depa)

1 commento:

  1. E' così bello e divertente che pare l'ennesima eccezionale idea dell'altro omonimo regista...Due geni, davvero.

    RispondiElimina