Altro volo in altro Ghibli

In questi giorni al cinema Sivori c'è una rassegna dedicata al disegnatore e regista giapponese Hayao Miyazaki. Io, martedì scorso, mi sono imbattuto nel film d'animazione di un membro del suo entourage, Yoshifumi Kondō; "I sospiri del mio cuore", del 1995, è una storia d'amore adolescenziale, che diventa racconto di più ampio respiro sul arte, sulla sua componente fantastica, sulla vita come scoperta quotidiana.

"Quando ero bambino guardavo la Sud e tutto mi sembrava magico laggiù,
oggi in Gradinata palpita il mio cuor, solo alla Sampdoria dedico il mio amor"; sulle note di "Take me home, country roads" di John Denver, pezzaccio country del 1971, immerso in un traffico operaio e verista, motori di autoveicoli, freni di vagoni metro, comincia e prosegue così questo cartone animato permeato, come ogni Miyazaki che si rispetti, di ottimi sentimenti.
I momenti autentici di giochi e di amori tra giovani ragazzi possono sgombrare il cielo. Nonostante alcuni topoi dello Studio Ghibli, è netta la differenza d'impostazione di questa opera rispetto a quelle del maestro professionale; il pensiero libero di Miyazaki rientra in un intreccio più classico, giovandone in immediatezza e coinvolgimento. Quelli dello Studio Ghibli sono cartoni animati che non esitano a soffermarsi su scene di vita quotidiana, anche nei particolari (la carta di giornale, la lattina di coke), come non temono i voli pindarici, resi magnificamente da disegni che rapiscono; se il solito gatto fa da trait d'union tra lo stimolante universo del reale e quello, ben più avventuroso, del fantastico, questa volta funge anche da tratto meno libero, coniglio d'Alice più che necessario alla giusta piega del canovaccio.
Un'intelligente favola sul quotidiano da spingere senza sosta, tra pulizie di casa, voli fantastici ed un cane che, al nostro passaggio, abbaia sempre.
(depa)

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