Edwards meets Sellers

Quella di ieri, ai "Cappuccini" non è stata solo "Blake Edwards" e tantomeno solo "Peter Sellers", bensì, ottenuta unendo con forza i detti elementi, è stata serata "Pantera rosa". Nella profumatissima sala io ed Elena scorgiamo un ricciocchialuto: è Barabba. Che anche lui abbia avuto voglia di riparare sotto un cinema che fu? Ad ogni modo, "La Pantera Rosa", del 1963, qualche rughetta la mostra...
Il trio maraviglia in sala c'ha messo un bel po' a carburare. Mezzo secolo può ben scombussolare i canoni della risata, i ricettori della comicità. Slapstick un po' datato, quello di Sellers, si sa già dove, quando e come inciamperà rovinosamente, facendo capitolare esattamente quegli oggetti vicino a lui. Non sto mettendo in dubbio la sua verve, quanto l'eternità della stessa. Quindi, dopo una buona mezz'ora impiegata a sintonizzarci sulle onde dell'attore inglese, poiché non si sfugge: la pellicola gli fu cucita addosso, siamo riusciti anche noi a rilassarci dinanzi al crescendo di ritmo e follia (che invero c'è) messo in atto dal regista. Regista che dispone tutto alla perfezione, visibile soprattutto nelle sequenze o corali e rocambolesche. Come il momento dell'ipnotizzante "Meglio stasera che domani". O la festa in maschera finale, con il vero idolo della pellicola, davanti al quale è impossibile resistere: il serg. Walter, con la sua animalesca mise bianconera; eccolo il nonsense con cui crescerà il mezzo secolo successivo; in tal senso, riconosciamo al regista dell'Oklahoma la posizione d'avanguardia (Fantozzi era lì che prendeva nota). Come in quelle tipiche da commedia rosa: il momento che mi ha maggiormente rapito è stato il duetto galante (prova di colpa?) tra Sir Charles, interpretato dall'intramontabile David Niven, e la vergine regina, la tigresse di Cortina, la solita, micidiale Cardinale... Non che la modella francese Capucine, nonostante la decade in più sulle gambe affusolate...
Insomma, nessuno s'è sbellicato, con quella comicità bisogna esserci cresciuto (e, purtroppo, in ogni dove sempre ci sarà sempre il giullare che si prodigherà in sfiziosissime ripetizioni, giunto il segnale: "puoi dirlo forte"), però il ritmo finalmente aumenta, alleviando la frustrazione iniziale.
(depa)

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