Janis grida gioia e dolore

In questi giorni è nei cinema il documentario "Janis", diretto dalla californiana, classe '70, Amy Berg. Biografico dedicato alla sacra cometa del blues e del rock Janis Joplin. Un lampo che è il grido di profondo dolore misto a pazza gioia più potente. Devastante Joplin, voce sconvolgente, figura che lascia senza fiato. "Con un cuore così aperto", come quegli anni fantastici, fondamentali e rischiosi, lei stessa la prima travolta.

Che dire? Porca vacca, guardate questo documentario, comprate il DVD, blueray, è l'ora di farvi uno stereo coi fiocchi e recuperare quella manciata di dischi deflagranti che Janis Joplin liberò. Dal concerto con cui inizia questo documentario, sarà pelle d'oca. Che poi è energia, ma specialissima, potete solo provare, le mie chiacchiere e quelle di chiunque stanno a zero. Musica musica musica, urlata, voce che esce da pelle che vibra, bocca che spara fuori colla potenza del vivo. Sino all'autocombustione. Dalla terra della Texaco, oppressa dal petrolio, la Joplin volò via. Tsz, quelli si rincretinivano con tre K mentre il mondo gridava ben altro. Una scorribanda pochi chilometri più in là, a far incazzare quelli tosti della Louisiana. L'orizzonte s'allarga: sino ad Austin, poi viene "Frisco", capitale del mondo. Ciao Port Arthur.
Le ferite del cuore. Addio Peter. Le apparizioni dei maestri. Ciao Otis. Il Monterey Pop Festival (16-18 giugno 1967), con la crème della crème della...musica. Già regina; gli stessi compagni "Big Brother & the Holding Co." esterrefatti; già tutti fatti a pezzi, lì sui seggiolini.
Sapete quelle partite in cui siete convinti che stia per finire il primo tempo e, invece, è ancora il17°? Ecco, percorrere le foto, le parole, le urla della Joplin, lascia senza fiato e tempo, apnea emozionale, per uscire dalla quale non bastano pochi minuti.
La "Kozmic Blues Band" a sorreggerla. Gigante fragile. A quale tipo di "teatrino" alludono i detrattori? Dai, spiegatemelo oggi. Il treno di Woodstock preso al volo, alla grande, perso, strafatta. Uaaaaaaaaahhhhhhh!! Tante altre grida, ulteriori ferite. La sfrontata e disperata canzone all'amore sfuggito: Cry baby. Da tremare e crollare. Così fece.
Un immenso bisogno di ricevere e dare amore. Dopo tutto quello che c'è stato, se ne andrà all'incirca ai tempi della rimpatriata di quella High School rimasta sempre distante "ora che sapranno che vi vai, cambieranno la data"). Un lampo di vita gridata, quindi. Ma assordante e scioccante come ogni sua canzone.
(depa)

1 commento:

  1. Va dato merito all'autrice di Los Angeles (gli odiati...) di aver reso, o quanto meno non essere riuscita (chi vi riuscirebbe?) a limitare, la forza racchiusa nel corpo della cantante, le urla del suo spirito.

    ps: lo sbigottimento a Monterey fu per un "Ball & Chain" abbaiato, miagolato, urlato pianto implorante, a chi non la lasciava volare.

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