Va mini tutto, però...

In aereo l'ho fatto. Anche io ho visto i "Minions". D'ora in poi potrò parlare di cinema con tutti (campione d'incassi 2015, scalzato da un'altra "pietra miliare" dell'animazione). E non mi azzarderò a sostenere l'inconsistenza di questa nuova ondata di pellicole che paiono realizzate astutamente più per i genitori che per i loro bambini. Tanto bell'umorismo a poco prezzo che ci dia l'impressione: sia di occuparci con sentimento dei nostri bambini (il nostro bene più prezioso!), sia di andare ancora al cinema...
La piega che la comicità sta prendendo, come già scritto altrove, mi preoccupa un po'. Un pupazzo in stato catatonico, sintesi di uno stato depressivo, che viene colpito senza reagire, è ormai un topos ingiallito. La parola detta a caso ("banana", ma non solo, dato il linguaggio bizzarro dei mini protagonisti) da un essere buffo, è manifestazione di un non sense che gli ex adulti, si sa, apprezzano da decenni. Colonna sonora ammiccante e multi citazioni, invero grossolane, per nerd incalliti. La stessa protagonista cattiva, doppiata dalla Letizzetto e chi se no?, fa ridere a metà. Coll'avanzare del racconto, i tapulli diventano evidenti, così come le malizie commerciali (il bene più prezioso, quindi, non è più nostro). E come la carenza di un'ironia spessa e solida, quella che in area break è ormai non è più rintracciabile.
Da guardare rigorosamente in aereo che non offre altro, su minion display, quando i libri nello zaino sono finiti.
(depa)

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