Bisagno puro e deciso

"Bisagno" fu il nome di battaglia di Aldo Gastaldi (Genova 17/09/1921, Desenzano 21/05/1945). Battaglia partigiana e antifascista; decisiva. Genova e il Levante ligure gli devono moltissimo. Sarebbe meglio non dimenticarlo così spesso. Marco Gandolfo, chiavarese classe 1976, ci viene in soccorso con un bel documentario incentrato sulla figura del comandante della divisione "Cichero" della Sesta Zona, "giusto e sincero" come non s'usa quasi mai, "dallo sguardo dritto...che andava a segno", pronto a morire per ciascuno dei suoi, gli unici che amasse quanto il suo dio.

Dopo le letture di quest'estate sulla lotta partigiana nella provincia genovese, ieri sera non ho voluto rimandare la visione di questo documentario, per non perdere nulla del fascino e della drammaticità di alcuni nomi rimasti ben impressi nella mia zucca: "Marzo", "Benedicta", "Bini", "Cucciolo", "Pinan", "Coduri", "Miro"... E' stata una buona decisione.
Senza rischiare di infossarsi in un dibattito senza fondo, se ci possono essere sono stati motivi per non voler cedere l'anima ai comunisti, personalmente ritengo che se ne possano scovare ancora di più per guardarsi da chiese, parroci e vescovi, insomma dai clericali. L'idea che mi sono fatto di quel periodo è che la confusione fosse molta e le idee nella concitazione possono prendere svariate altre forme, spesso sbagliate. Quindi, al di là (e non concedo alcun "proprio per") del carattere profondamente cattolico di Gastaldi, gli dev'essere riconosciuto di aver mantenuto la lucidità per poter agire in un momento e su un territorio ad altissima temperatura militare ed ideologica. Il documentario tra le tante riflessioni personali, mi ha confermato quest'idea che mi ero fatto.
Aldo "Bisagno" Gastaldi è uno di quei rari casi in cui riesco a soprassedere al "troppo dio" che attanaglia la coscienza e pervade le parole di un individuo ("La gloria di dio è eterna" acclama una calda voce, forse proveniente dalla parrocchia a ridosso del Nickelodeon, N.S. della Consolazione, amen); farò lo stesso con quella musica finale...
Uomo coerente, giusto, sincero, libero, un padre per tutti. Rigoroso sin nelle ossa: durante l'ebbrezza della liberazione, lui si assunse il compito di riportare i ragazzi del "Vestone", unitisi a lui nei mesi precedenti, a casa loro (Trentino). Dopo aver fronteggiato i nazisti, la Xa-Mas, la Monterosa, spie e  traditori, se ne andò a "Dezensà", nel più sciocco incidente. Credo nell'incidente. Credo che non ne nascano più così.
Da vedere assolutamente;  è il minimo che si possa.
(depa)

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