PericolosaMente Giusta

Prima dell'eliminazione da una delle Coppe Italia più bizzarre degli ultimi anni, una capatina al Sivori per l'ultimo film di Woody Allen non può definirsi un obbligo solo perché, per il 'Rofum, anche Woody "è sempre un piacere". "Irrational man" è una commedia, intrigante dostoevskijana, meno fantasiosa, tremendamente più realistica di altre; non più piatta, però, essendo la vita reale la più complessa e affascinante avventura...
Come nell'ultima pellicola, una ragazza dall'aria fresca (interpretata ancora dalla statunitense classe '88 Emma Stone) cerca di sfondare le resistenze di un affermato professionista. Questa volta, però, il professionista è un docente di filosofia alquanto "esistenzialista" (ben interpretato da Joaquin Phoenix, sempre a suo agio nei panni di uno sfatto). Eppure...le riflessioni centrifughe sono del tutto differenti. Invece del dualismo realtà-finzione (con una dolce carezza per il secondo termine), stavolta viene proposto quello teoria-prassi (evidenziando lo scarto che, spesso fortunatamente, intercorre tra le due fasi).
Nella prima parte, più cupa e meno artefatta che in altre commedie del regista newyorkese. Poi, dopo circa mezz'ora, l'incursione del racconto origliato al bar: entra in scena Dostoevskij. Con la vita non si scherza; con le parole, che di fatto, la muovono, ancora meno. Il "là", dopotutto lo dà la ragazza: "Anche io", dice, "augurerei la morte al giudice". Non percependo che per quell'uomo, in quell'attimo, quella è un appello, o una via di fuga (salvezza). E' l'inizio della fine.
Semplicemente una storia, semplicemente cinema. Di sfuggita, in una commedia rosa-nera (forse ho capito quella combinazione sicula: passione e morte?), en passant, succulenti spunti da tenere in mente: quanti gli avvelenamenti eclissati nella silente ignoranza? (nb: lo Stato ha, da sempre, più mezzi, se non tutti). E' irrazionale pensare che un assassinio, che si ritiene giusto, possa restituire il senso della vita? Poi: donne che si innamorano dell'idea di innamorarsi (è un discorso intrinsecamente femminile, come il "non ho voglia di parlarne"? non credo). Inoltre, può sembrare ultra irrazionale, eppure dall'inizio dei secoli, per tutti i credo politici o religiosi, milioni di milioni di uomini assassinati per un mondo migliore. In fondo, Abe Lucas s'è soltanto incontrato con la voglia di uccidere, propria degli uomini (a quanto pare, esiste anche un benessere che alcuni provano nel farlo). Infine, il mondo è egoismo (Kant o no): lei vorrebbe che lui si costituisse solamente per evitare coinvolgimenti (di nuovo: teoria-prassi).
Dedico questo film a chi, trascorrendo la vita parlando tanto per ("ma era per dire!"),  dicendo belinate e sottovalutandole (o sopravvalutandole, che poi è la stessa cosa), non agisce. (Ops, quindi è per me! Grazie a tutti!)
Carne fresca al fuoco, quindi: la ripetizione è nella mente di chi riflette.
(depa)

cine-quiz: finale citazione da D. Risi...quale?

Nessun commento:

Posta un commento