La trasparenza dei gianchetti

In secondo luogo, vorrei liquidare più rapidamente possibile "Little sister", ultima pellicola del regista giapponese Hirokazu Kore-Eda. Strizzando l'occhiolino al grande cinema giapponese del passato, quello dei maestri, quello del dolce ricordo e delle piccole grandi cose, si fa sorprendere dai minuti che passano, giungendo alla conclusione senza offrire carezze, né assestare colpi. Più che delicatezza, parlerei di inutilità.

Giappone educato e ossequioso. Più o meno piccole donne crescono. I guai dei grandi ricadono sulle figlie. Alla musichetta che incornicia le quattro sorelle commosse, mi rilasso e ipotizzo che questo film sia un "tutto storia", dove a vincere dev'essere la forza dell'intreccio. Vediamo un po'...
Sorrisi complici, torrenti di periferia scavalcati da graziosi ponticelli, dispettini tra sorelle affiatate, resi efficaci da orridi ma innocui insetti di bosco. Ovviamente non può andare avanti così...
Susini ed esordi col gol, amori innocenti e tanti bei sentimenti. Sembra di essere davanti ad un Miyazaki in cuore e pizzo. Tra amichevoli schizzi sulla spiaggia di un'autentica riviera, tra le chiacchiere su di un pane e bianchetti che è una delizia, ci si inoltrerà anche nel tunnel di ciliegi in fiore. E un'ora passa, press'a poco così. Non che non manchi una vaga attenzione alla sobrietà (su tutti gli episodi: la risata di Suzu di fronte all'ammiccante confessione del goffo spasimante), ma questa ne uscirà tradita.
La scioglievolezza non s'arresta e il cioccolatino inizia a colare. Almeno fosse stata un'altra la menzogna di Suzu (invece: aveva già assaggiato i gianchetti freschi!). Figurarsi, poi: la sorella, già in odore di Sanpei, scopre la passione pescatrice del padre. Datemi l'icona  che si dà una manata in faccia (ecco, la (facepalm)).
Se vi piacciono le storie di sorelle molto attente le une alle altre, leste ad unirsi ancor più saldamente ad ogni scaramuccia, allora, prego.
Come capita nel film, il sapore del liquore alla prugna "novello" non s'avvicina a quello confezionato dalla cura dei nonni (Ozu per esempio). Quindi, prima di accettare questo film, preferisco lasciarlo invecchiare, col grande sospetto che vada tutto in decomposizione. Già ora manca di peso e struttura.
(depa)

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