Gioco pericoloso, Kramer

Miii, oooohhh, uuhhhh. L'esordio alla regia del polacco Marcin Koszalka (Cracovia, 1970), sebbene ancora ai nastri di partenza nella categoria lungometraggi, è già atteso da frenetiche speranze. "The red spider" rimane promessa però, perché una grande sensibilità e rigore artistici non assicurano il coinvolgimento del pubblico che, come me, forse iniziava anche ad accusare la lunga giornata...

Eh già, quel 23 gennaio io e Marigrade, in sala per il nostro 4o film, ce l'abbiamo messa tutta, apprezzando messa in scena e fotografia, per altro opera sempre di Koszalka. Nell'incipit, le immagini acquatiche in piscina, quasi un topos nelle pellicole polacche recenti, introducono con eleganza ad un racconto che parla, appunto, dei profondi recessi umani, tutt'altro che limpidi. Il regista ricostruisce con efficacia l'irresistibile fascino del male, con atmosfere e sequenze sinistre. Una bellissima scena aerea che incombe sui calci in culo, per esempio, promette di portare la sferzata decisiva. Ah no. C'è ancora da aspettare. Allora intanto mi godo la cura dei dettagli (il passo compiuto, al limitar del boschetto, sulla pipì appena fatta: l'atleta modello cova qualcosa). Passano i minuti e la lentezza della pellicola fiacca pure me. Scusate, la lentezza non esiste, ok. Ma la noia sì. Niente, ormai, c'ho rinunciato e do il via alla polemica. Sto diavolo di un ragno rosso è una pellicola snob, esercizio narcisista che si guarda allo specchio (la suddetta sequenza aerea viene ripresa, a giorno). Killer seri e aspiranti tali, chi è il più coraggioso? Poi c'è il padre che, assurdamente, è fiero di suo figlio, lo percepisce come capace di un gesto. Intellettualismi. Ho sonno e consiglio ad Alpe Adria di studiare meglio le scalette (questo era un film da ore 11, pre-pranzo).
Attenzione: alla martellata rivelatoria la pellicola acquista improvvisamente fascino e robustezza! Non la mia simpatia. Come direbbe un telecronista: "incredibile!!...non va."
Finale fotografico e beffardo. Poche attenuanti per una storia noiosa e supponente, anche se ben girata.
Voto: 2 su 5.
(depa)

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