Altri tentativi possibili

Attirato dall'impianto pubblicitario chiaramente "fai da te" (locandine appese qua e là in quelle bacheche uniche che sono i muri della mia città) e dal sottotitolo che promette un po' di sale in zucca ("Un inno gentile alla disobbedienza"), mi sono diretto verso il Sivori dove in questi giorni viene proiettato "Unlearning", documentario ideato e vissuto da Lucio Basadonne e famiglia, che propone uno stile di vita alternativo, tra nuove tecnologie e vecchie filosofie. Niente da obiettare sul messaggio di questo doc, low budget per coerenza, che condivido.
Inizia il documentario e scopro un accento, strade ed edifici che conosco: Genova tra belin, stadio e Salita di Montebello. Bene, l'allegra famigliola spiega le motivazioni di questo esperimento socio-eco nomico e logico. Autostop, Blablacar, baratto del lavoro, Airbnb, couchsurfing, tutti meccanismi che racchiudono valori quali la solidarietà, la condivisione, il risparmio monetario e il rispetto dell'ambiente. Oggettivamente dovremmo conoscerli e ricorrervi maggiormente, ma com'è come non è non lo fa nessuno. Tutti pronti a dichiararsi favorevoli, ma c'è sempre un "ma". Gli ormeggi che la società consumistica ci ha legato addosso sono duri a sciogliersi. Il documentario tocca questi temi (famiglie convinte di conoscersi grazie alle 3/4 ore giornaliere passate assieme...) e tanti altri. Come quello dell'istruzione, sfiorato senza scendere nella questione ma rivendicando una paideia altra; personalmente credo che la scuola, in assenza di alternative consolidate, significa anche trovarsi tra tanti altri coetanei (che potranno essere già rincoglioniti come i loro genitori, ma può essere comunque utile riconoscerli e discernere).
A ben vedere, tra i tanti simpatici,  intelligenti e coraggiosi personaggi che attraversano lo schermo, la riflessione più preziosa mi pare offrirla la ragazza che spiega, più o meno così: "Se un genitore è felice della propria vita, ciò ricade sui figli. Se è contento di lavorare 8/9 ore al giorno trasmetterà questa soddisfazione alla famiglia. Nessun problema. Ma non ha alcun senso passare quelle ore ad accumulare stress per poi riverberarlo sui suoi cari". Quindi non la ricetta definitiva, ma un'alternativa concreta da prendere in considerazione. Nessuna illuminazione dall'alto. Perché se hai vissuto qualche giorno della tua vita pensando che avesse senso spendere 1000 euro per una giacca, non c'è pastorizia che tenga: il capitale t'è entrato dentro e sei destinato ad infettare chi ti guarda e parla (tant'è che finirai a vedere quel capolavoro monopolitico di quel buffone pugliese). Il film punta un dito consapevole contro l'inerzia che ci assolve; come dice il ragazzo austriaco che recupera gli scarti dei supermercati dai bidoni: "ormai abbiamo le risposte, tramite il web abbiamo fonti, ragioni e spiegazioni. Se non agisco di conseguenza è assurdo, sono uno sciocco". Sottoscrivo.
La qualità della realizzazione non è un gran che, ma non era certo questo l'obiettivo (anzi, il meccanismo di crowdsourcing and founding è uno dei vanti della produzione). A nostra disposizione tanti spunti di riflessione e idee differenti. Ora sta a noi.
E' necessario abbattere certe barriere (sociali, economiche, psicologiche), spingere. Senza troppe parole. Fare altrimenti. Un punto di partenza nuovo.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento