Woody infila penny

Dicono che i genovesi ci mettano un po'. Ad aprirsi, intendo. Meglio tardi che mai ed è così che il Cinerofum, ufficialmente trasferitosi sotto la Lanterna un anno fa, soltanto ieri sera ha potuto inaugurare una nuova sala nel capoluogo ligure. Sala Charlie, quindi, a dieci metri da piazza del Carmine. Presenti alla serata di gala: Benza in qualità di ospite, Barbara, Elena, la Gigia (bau!), Genna ed io. In programma un Woody Allen del 2006, nel pieno del periodo british del regista: "Scoop" racconta due misteri, un omicidio irrisolvibile e un 71enne inarrestabile.

Gran disposizione iniziale delle carte (tarocchi). Woody avvia l'intreccio con eleganza, impugnando sicuro i tre diversi fili del racconto: un'apprendista giornalista (bona e stupida) e una rivelazione sensazionale dall'aldilà e, trait d'union tra i due, un maldestro prestigiatore: lui in persona, Woody, stregone buffo della "Settima", profondo conoscitore dell'eterna tensione tra realtà e illusione. Allen ti chiede di pensare una carta e, strano ma vero, te la carpirà. Se vederlo partire in sordina, sopraffatto da rughe e occhiaie, richiede di dimenticare la forza slapstick dei tempi che stettero, basteranno alcuni sprazzi del suo sarcasmo e della sua sagacia per riacquistare, in crescendolls, la vecchia certezza: sei grande Woody.
In ultima ma doverosa analisi, un giallone niente male che confonde sapientemente lo spettatore (quando avete risolto il caso?). Singolare come, col procedere della pellicola, si possa decidere di dedicarsi all'intreccio criminoso, ritirando parte della posta puntata soltanto sulla tipica battuta alleniana; da un lato accontentandosi un po', dall'altro ritrovandosi coinvolto viepiù. Ecco perché i film di Woody non sono tutti uguali.
Grazie al Benza per l'ottima qualità della proiezione (1000Hz). Au revoir sala Charlie.
(depa)

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