Morte d'un poeta

Grazie al lascito letterario e cinematografico che Bubu mi offrì prima di volare alle pendici delle Blue Mountains, ieri sera è stata l'ora dell'omicidio insoluto. Quindi, dopo la lettura del libro omonimo, dello stesso autore, è venuto il momento di "Pasolini - Un delitto italiano" (1995), diretto dal milanese Marco Tullio Giordana. Sono passati più di 40 anni dall'assassinio del poeta, scrittore, regista e tanto altro, avvenuto nella notte del 2 novembre 1975, in un campetto polveroso tra baracche semi-abitate; rimangono le sue celebri parole di denuncia, particolarmente "incisive" quelle di 2 mesi prima, e l'incapacità e indolenza di tutti gli organi coinvolti. Ma, trattandosi di persona scomoda, nel pieno di anni frementi ma disgraziati, il passo del sospetto, quello tra incompetenza e malafede, è brevissimo.

Vale la pena guardare questo documentario, "ispirato al libro di Enzo Siciliano 'Vita di Pasolini', 1955", montato con immagini d'archivio e ricostruzioni postume. Da una parte perché il caso può entrare di diritto tra le grandi inchieste legate allo Stato Italiano rimaste aperte, senza una risposta che sia certa e definitiva, dall'altra perché permette di passare qualche minuto, financo terrificante, nella poetica pasoliniana. Un'altra ragione ancora è la visione di uno dei modi d'intendere un film d'inchiesta.
Consiglio di leggere il libro e di vedere il film allegato (ed. Mondadori), perché i particolari interessanti (preoccupanti) sono tanti, passando dai rilevamenti alle perizie, giungendo infine a ciò che forse ebbe il peso maggiore: il clima italiano di quegli anni, pronto a condannare e sparare al diverso più vicino.
Dopo aver rivissuto quel fatto scabroso e contaminato, non mi resta che mettermi alle spalle del Moravia rabbioso ammonente, sul luogo del delitto: "il poeta dovrebbe essere sacro!". Richiamo altri, unitevi, e tristemente avanziamo, "popolo dissociato da secoli", fieri e disonesti, imbrigliati da qualche migliaia di lira, legati ad una manciata di euro.
"Grazie e ciao" al Bubu distante, comparso così, d'improvviso.
(depa)

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