Scimmie, insetti e putrefatti

Zoppo mi fan, poi qualcuno mi distrugge. Dopo la vittoria di venerdì scorso, fatta di calci presi e dati, però il piede sinistro pare frastornato. Che meglio da fare di un filmetto in sala Valéry? E se fosse proprio quel "Phenomena" raccattato, domenica pomeriggio post-Udinese, dall'usato di piazza Banchi? Ma sì, dai, il 'Rofum nutre una certa simpatia per Dario Argento e se Elena vuole ripercorrere gli spaventevoli attimi di quella pellicola del 1985, chi sono io per oppormi? Cosa sono io davanti al viso quattordicenne di Jennifer Connelly?

Non si perde tempo: una strada di montagna, sorvegliata da uno sguardo un po' defilato, una musica che è tutto un programma...Il gioco dei contrasti continuerà, tra prati e vette vergini, sarà in una graziosa villetta che avverrà il primo crimine violento. Due chiodi rattengono alla bell'e meglio qualcuno o qualcosa... Pura paura, la nostra, tra uno stacco e l'altro del montaggio strangolato. Manca l'aria quando è tagliata dai colpi. Col passare delle immagini, la pellicola cattura l'interesse proprio perché si solleva dall'intreccio (non certo rigoroso, come in altri del regista, ma inventivo), per calare sullo spettatore una dimensione allucinata, dannatamente sonnambucolica, tra morti, insetti, urla, musica electro-metal (Goblin e Iron Maiden spaccasogni) e accecanti e ironiche luci da qualche parte. L'impegno del regista romano è evidente (non dimentichiamoci che potremmo essere guidati da una mosca), nessuno stupore se le grida di una scimmietta non saranno distinguibili dallo stridere di pneumatici in corsa. Ecco, anche sonoramente, l'unione Natura-Uomo (e i suoi derivati) su cui la pellicola passa il rasoio insanguinato. Contrasti, sino alla fine, la beatrice Jennifer in mezzo ad una vasca di sangue, vermi, teschi e brandelli...roba da matti. O da Argento euforico, vivo.
(depa)

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