La carota di genio

Oggi è martedì, ieri lunedì. Quindi, se non erro, è giorno di pellicola all'"Altrove". Già, i ragazzi del "Laboratorio probabile Bellamy" alle 18.30 sono pronti per proseguire lungo "Apocalypse '50s", il sentiero horror-fantascientifico battuto dagli americani nel Secondo Dopoguerra. "La cosa di un altro mondo", diretto dal californiano Christian Nyby nel 1951, vi colpirà con la pura suspense per l'ignoto e...con una gragnola di parole.

Con la supervisione dell'esperto Howard Hawks non mi resta che apprezzare la grande preparazione per questo racconto che ha la sua forza per la curiosità, prima, e terrore, dopo, per una creatura sconosciuta alla scienza umana. Tensione che ha le sue difficoltà intrinseche trattando di una...cosa. Questo qualcosa assumerà ben presto una forma ben nota, sterzando verso un orrorifico di altro genere: una certa forza fisica, l'immortalità (le fiamme sono servite, ma fino a che punto non è dato sapere), ancora il mistero di una costituzione, di un volto e, perché no, di un'anima rimasti ignoti. L'improvvisa comparsa del tizio venuto da lontano, grosso ed incazzato dietro la porta, resta l'attimo che mi ha colpito di più.
Tutt'attorno personaggi affetti da logorrea che, tra il tacchinamento della mozzafiato di turno e la solita disputa militari-scienziati, si scambiano sagacità che paiono non esaurirsi in un'ultima battuta, che invece condurrà inesorabilmente l'interlocutore di turno a pronunciare la sua successiva. Alla lunga può stufare.
Il seme del dubbio sull'esistenza di altre forme di vita è posato ("è praticamente ovvio..."), l'importante è accogliere gli eventuali visitatori da un'altra galassia in tutt'altra maniera: no TV e assillanti circuizioni; credo che un gotto di gianchetta e un po' di fugassa possano bastare.
Dopo tante chiacchiere, viene quasi da sperare che il contributo di Hawks sia stato solamente una piccola zampa. Un classico fantascientifico in bianco e nero che da il là, poi forse è meglio seguire qualcun altro.
(depa)

1 commento:

  1. Ti credo che i doppiatori si rifiutarono, belin, sembra di essere alla proloco di Cadibona...

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