Avanplastica

Serata corta d'avanguardia, o d'avanguardia corta, o di corti d'avanguardia, quella trascorsa ieri ai "Giardini di Plastica" ("Baltimora" per i sognatori). La solita composita crew Griffith, Bellamy, Intolerance (e chi più ne), ha organizzato una proiezione musicata dal vivo (alla grande) per suggerire spazi nuovi per sperimentazioni vecchie. Al "Cresta" (creatività stanziale) edizione 2016, "Anémic Cinéma" prende spunto da Marcel Duchamp e Man Ray (1926) per spiralare attorno alla poetica, provocatoria e ben ritmata, di un'arte visiva scalpitante.

Si parte con una sorta di stop motion dance (che potrei datare negli anni...'70? parte il quiz), ottimo, protagonisti manichini malinconici e titubanti, si balla, ma è il ritmo dell'esasperazione, party sfavillante delle ombre in fondo alla plastic. "Studio 7" ("von Sch...?" '40?), "Glenn Photo Supply", moti e luci del mare ('30?). Poi un raggio in un campo ed esquimesi riminesi rigirano ruminando bon mots (30?, quasi, è il '26 di cui copra). "A Bronx morning", del 1931, è firmato dal ventenne detroiter Jay Layda che vide con le proprie mani gli occhi del Sergio montatore.
L'avanguardia rimane se stessa, cambiano atteggiamenti e reazioni; agli albori meno porte sull'abisso, c'erano entusiasmo e sgomento. Più difficile oggi scovare l'ignoto, nonostante ingrossato, e vi si giunge più fiacchi. (Ti volti e sei pure solo!)
"I fantasmi del mattino" ("Vormittagsspuk") che il berlinese Hans Richter (1888-1976) ideò, vide, inseguì ed impresse nel 1927, è un'atmosfera gangsta-muta, spericolata, attenti a quei 4! In "Pacific 241" (anno 1949) sono rotaie camerinesche, ritardatarie, d'oltreoceano, velocità spinta, binario colpo sui denti ferro male stan, tuff! La "Thunderbirds film" ("Los Angeles - California"), per mano dell'austroungarico (sarebbe serbo se) Slavko Vorkapić (1894-76) e del francese Robert Florey (1900-79) racconta "Vita e morte di 9413: una comparsa di Hollywood" ("The Life and Death of 9413: a Hollywood Extra"), uno dei tanti stritolati dalla celebre macina cinematografica. Come il proiezionista Vincenzo Marino, spingiamo il cinema, avanti; come l'avanguardia, oltre.
(depa)

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