Occupare è giusto

A volte uno sguardo in rete può tornare utile. Come ieri, quando su "i miei film .it" (o come se ciàmma), scorrendo senza perdere tempo agli ultimi titoli elencati, ho scoperto che al Sivori avrebbero proiettato. "L'Onorevole Angelina", diretto dal romano Luigi Zampa nel 1947. Commedia sociale infinitamente attuale, richiama ad un impegno politico che sia tale e, allo stesso tempo, evidenzia l'incompetenza e la malafede delle classi dirigenti.

In una Pietralata che pare una colonia lunare distante secoli dallo sfavillante centro capitolino, la povera gente è condannata, al solito, a "morire onestamente". Entra in gioco sora Angelina, una Anna Magnani delle più tenaci e travolgenti viste, diretta con la stessa cura riposta nella ricerca e nell'elaborazione delle immagini (entrate ed uscite e piani sequenza calcolati, dettagli scenografie ben caratterizzate). Il rischio di semplicismi c'è. Come quelli compiuti dalle vicine di Angelina, ma le loro schizofreniche conclusioni, a ben vedere, sono le stesse cui siamo abituati da anni, anzi: ora sono proprietà del giornalismo professionista. Ma Zampa sta ben attento a dar corpo a ciò che verrebbe istantaneamente liquidata come demagogia d'accatto.
La favola della cenerentola-Angelina, paladina delle ingiustizie sociali, è realtà materiale: no draghi ma famiglie di lavoratori, no gnomi, ma politici e dirigenti avidi e criminali. "Fijo mio sei giovane, a pensarla così non farai mai buoni affari", risponde il padre al figlio che suggerisce una semplice assurdità nella logica del capitale ("Ripara le abitazioni che hai costruito con dolo").
No, Angelina. Lottare è giusto proprio perché si pensa ai figli, e ai figli di questi: sommo altruismo per chi non esiste nemmeno. No Angelina, di guai non ne hai combinati.
Sottotitolo: "Con le buone...".
(depa)

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