Risibili epocali

In questo mese di ottobre, complici le ferie in città, la Sala Valéry ha spazzolato un bel po' di buon cinema. Dal prezioso archivio di Mino, una decina di giorni or sono, è stato estratto "A est di Bucarest", film romeno diretto nel 2006 dall'allora trentenne Corneliu Porumboiu. Opera prima che ho apprezzato per intelligenza e ironia, una leggerezza non sprecata che coinvolge anche il piano visivo.

Sceneggiatura originale con un curioso intreccio, strutturato con una prima parte preparatoria, quindi una seconda dove si svolge la sfida vera e propria: il dibattito televisivo, in diretta, per accertare e stabilire se in quella fatale mattina del 22 dicembre 1989, ore 12:08, Rivoluzione fu. Il nodo può apparire risibile per chi percepisce l'enormità della restante e drammatica trama (e per alcuni versi lo è). Ma spesso dietro ad una domanda, e oltre la sua risposta, si annida la coscienza di un'intera comunità. In questo caso: a Vasluj, città natia del regista (regione moldava), ci fu sommossa popolare o no? Si scese in piazza prima o dopo la fuga di Ceausescu?". Che la logica dietro al cavillo sia così limpida, potrebbe risultare discutibile. Il dittatore nato il 26 gennaio (e che ebbe Elena come compagna...) potrebbe essere scappato (in elicottero, dal palazzo del Comitato Centrale della capitale) a causa di una rivolta genuina, quindi in una piazza di paese si festeggiò soltanto dopo. O potrebbe essere che in quella piazza non ci fosse nessuno proprio perché richiesto altrove, in punti ben più nevralgici.
Ma il regista non vuole fare luce su questo che, mi ripeto, è un dettaglio sostanziale, sinanco epocale, ma dopotutto insignificante. La lente è indirizzata sul marasma identitario di un paese e di una fase storica, la fuga dinanzi a domande dolorose, cui si preferisce rispondere attingendo alle parole già dette, quelle più accettate, senza sottilizzare in veridicità e, soprattutto, sincerità. Si è smarriti nel guardarsi dentro e pure la memoria presenta un costante sfarfallio. Dopotutto La Storia, fatta o seguita, resta una sola.
Pellicola "bella e brava", con una delle trasmissioni televisive più divertenti che ricordi: poetica e liberatoria la telefonata che annuncia la nevicata ("e...buon natale!"), provocatoria quella dove si pone un'altra domanda notevole ("Perché vende tutti quei petardi ai bambini?!").
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento