"Arricottaiene!"

Dopo aver apprezzato il suggerimento giunto tre anni fa da Yuri "Come On Doria" che, attraverso un affettuoso documentario, mi fece scoprire la magica epopea di uno stravagante cinema d'essai (...) fiorentino; dopo aver sorriso ed essermi commosso, dicevo, non ho potuto tirarmi indietro di fronte alla trasposizione cinematografica in "grande" stile. Quindi per sincera gratitudine, più che per sterile amicizia. Ma proprio perché spero che la nostra non sia sterile, Yuri, mi tocca dirtelo...deboluccio questo "L'Universale", uscito quest'anno e diretto ancora da Federico Micali.

Pellicola che non parte. Forse è da consigliare a chi non ha visto il documentario, o forse a chi è più avvezzo a trovarsi lo schema consueto, con attori più o meno noti, ed una storia più o meno lineare. Eccallà. Lineare. Ma il mitico "Universale", mi pare d'aver capito, era il buco nero cinematografico dove la parola lineare era la più inutilizzabile (e inutilizzata, suppongo). Invece, in questo documentario, dove spicca la fulminea ma gloriosa interpretazione di Yuri Baldi in persona ("Arricottaiene!"), si sta seduti ad aspettare l'apparizione della bella protagonista (Matilda Lutz, Milano '92, ueh "Come On", c'hai provato eh?...e com'è andata?) o di qualche personaggio fuori dall'ordinario. Ce ne son passati, dall'Universale; lo vidi nel doc. Questa volta, personaggi troppo costruiti, interpretati piuttosto grossolanamente; indicativa, per me, la prova di Maurizio Lombardi, crescente verso il finale, ma dall'esordio imbarazzante. Colpa di uno script che non supporta gli attori, evidentemente consapevoli della caratura dell'opera. Pigramente adagiata sugli escamotage della memoria, del racconto giovanile e dello sketch (fiorentini, si sa, a nozze, pure troppo), manca di solidità e, soprattutto, perde la scommessa di innestare nella storia de "L'Universale" (vero protagonista) una storia d'amore, gioventù e droga (e politica, sigh) che perde pezzi. Magari esagero, vedete un po' voi (se non è "nostalgico" questo film...ne trasuda).
Ciò non toglie che "L'Universale" rimarrà sempre in ognuno di coloro che vi sono entrati, di persona o per lo schermo. Dopotutto, pure io, ora, quando entro in un d'essai, butto un occhio in sala, in cerca di un vespista mascherato.
Bella la prima, seconda so&so. Ciao Yuri, salutami FirEnze.
(depa)

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