Lo Spirito Franco

Venerdì scorso, usanza che Elena ed io apprezziamo sempre più, ci siamo diretti in quel di Sampierdarena a trovare gli "Amici del cinema" (sala F.i.c.e!), i quali propongono la rassegna di 4 titoli "La diva fragile", dedicata a Gene Tierney (1920-1991). Il secondo appuntamento ha previsto "Il fantasma e la Signora Muir", diretto da Joseph L. Mankiewicz nel 1947, e per l'occasione s'è unito pure Mino. Favola leggera resa "spessa" dal vuoto interiore che l'attrice statunitense, quasi un suo marchio registrato, lascia sempre intravedere.

Non è stato facile accordarmi a questa pellicola che inizia nella maniera più scontata ed ingenua. Non mi riferisco certo alle briose presentazioni con cui ci accoglie la Tierney, determinata e spavalda nel ribattere a suocera e cognata, bensì al benvenuto riservatoci dal Fantasma del titolo, una vota giunti nella splendida villa sul mare. Risate demoniache, finestre che si aprono da sole e tanti occhi stupefatti; inizio a tremare d'una paura d'altra specie. Fortunatamente, Mankiewicz e collaboratori cessano di prendersi sul serio lungo la strada del paranormale, sterzando nello svolgimento e addentrandosi in un intreccio più curioso (non sarà la solita storia di case infestate). Appurato ciò, mi disinteresso del contenuto per soffermarmi sulla confezione....La regia è attenta a cogliere la solarità dei luoghi e dei volti, anche quando, come nel caso della protagonista, sono sfiorati da intime ombre d'insoddisfazione. Forse proprio trattandosi di una storiella senza troppe pretese, però, sorprende la capacità di Gene Tierney di rendere il sotterraneo, l'invisibile che attanaglia il suo animo. Come nel caso del precedente "Il cielo può...", la Tierny è una bambola triste, in grado di repentine gioie come di asfissianti malinconie. Per cui, in conclusione, credo che entrambi i film siano stati ottimamente scelti, essendo caratterizzati da canovacci semplici cui, la luminosa attrice, dona lo spessore mancante.
(depa)

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