Hollyjazz in USA

Ieri pomeriggio si è esaudito un piccolo tarlo di Marigrade. Al Sivori davano "La la land", musical del 2016 diretto dallo statunitense Damien Chazelle che ha fatto incetta di premi e botteghini. Niente di eclatante, in realtà. Film in cui l'attenzione ai dettagli scema via via, assieme al fascino delle melodie, lasciando lo spettatore dinanzi ad un filmetto godibile e nulla più, impreziosito solo da una discreta messa in scena (fotografia ammiccante, così come le cosce) e, soprattutto, dalle interpretazioni dei due protagonisti.

Non gli si rimprovera la leggerezza che, anzi, è d'uopo in film musicali, quanto la scarsa compattezza, un'approssimazione che, questo sì, in meccanismi precisi come i film musicali dev'essere preservata (se proprio si deve gridare al miracolo!). La sequenza d'apertura, in questo senso, rappresenta l'apice della pellicola ("e ho detto tutto!"...citazione!). In ultima analisi, musiche non indimenticabili, secondo noi.
Per cui se basta l'intento di rinverdire e non lasciar morire il genere cinematografico del musical (proprio come il jazz che il protagonista vorrebbe da salvare), allora tutto OK. Ma se si tratta di riuscirci, non vedo proprio quale pietra miliare possa rappresentare questo "La la land". Le citazioni sono evidenti, esplicite, ma non basta. Non è lusingando chi le coglie che si raggiunge la qualità duratura. "Solidità e originalità", quindi, non pervenute. Di altri roboanti aggettivi, men che meno (scrive "capolavoro" chi è stipendiato per farlo, mentre bafta, awards e oscar...Il Cinerofum sa quanto valgono). 
Come detto, secondo noi notevoli, invece, le due prove dei due attori principali: Ryan Gosling ed Emma Stone per naturalezza ed intensità.
(depa)

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