Masters of laughing

Qualche mese fa, in sala Valéry, fece trionfale ingresso nel Cinerofum la coppia cinematografica per antonomasia, davanti alla quale Elena ed io facemmo rispettoso silenzio. L'occasione è quella offerta dal DVD "Non ci resta che ridere", pubblicato nel 2010 da "La Repubblica-Espresso" nella collana "Sounds for silence", che si propose di affiancare "capolavori del cinema muto e musica d'autore". Ladies & gentlemen: Arthur Stanley Jefferson e Oliver Norvell "Babe" Hardy, noti come Laurel & Hardy, in Italia come Stanlio & Ollio. Inglese il primo, americano l'altro, assieme versarono risate a badilate dinanzi a tutti gli schermi. E continuano a farlo.

Tre comiche mute realizzate tra il 1928 e il 1929 (quindi sul finire della carriera muta di Stanlio e Ollio) e musicate per l'occasione dal compositore romano, classe '46, Nicola Piovani.
La prima è stata "Squadra sequestri" (t.o. "Bacon grabbers"), del 1929, diretta da Lewis Ranson Foster (1898-1974). Comica rapida, di corsa, giocata sulle abilità ritmiche della coppia, un tipico inseguimento circolare, irrisolvibile per i nostri. Con camei animali a sublimare il buffo.
La seconda, "Pranzo di Gala" (t.o. "From soup to nuts"), del 1928, diretta da Edgar Kennedy (1890-1948). In cucina e in sala da pranzo, si sa, possono accadere macello e pasticci: non potrà che finire a torte (e piatti) nel posto giusto. Impreziosita da qualche carrellata d'effetto, è una comica gastronomica che non lascia immacolati i bianchi inamidati.
Creatori e orchestratori autonomi, i due geniali interpreti, potevano chiudere come volevano: per esempio in "Lasciali ridendo" (t.o "Leave 'Em Laughing"), del 1928, diretta da Clyde Bruckman (1894-1955), lo sketch può essere sancito da un destro d'Hokuto di Stanlio (?!) ed esasperato senza intoppi da un raptus esilarante di Ollio (per lui e per noi). Grande, unico.
Su tutte e tre le pellicole, come in molte altre della celebre coppia, la preziosa supervisione (e scrittura) del produttore newyorkese dal formidabile fiuto comico, Hal Roach (1892-1992, cento secchi, greetings Sir!).
Nell'extra "L'occhio magico", Piovani racconta del fatal 1922 quando, grazie al suddetto produttore, venne a formarsi questa coppia d'elementi fatti l'uno per l'altro come Idrogeno ed Ossigeno. Pietro Di Domenico ribadisce con maggior lucidità quanto ho accennato ad Elena durante la visione: questa indimenticabile coppia resistette meglio di altri illustri colleghi alla rivoluzione del sonoro. Perché? A tal proposito troverete articoli e libri in grande quantità; una delle ragioni può essere ricercata nel fatto che la loro comicità muta già chiedeva, a gran voce (sorry), di poter sfruttare i tutti i potenziali mezzi. Non fremo dal desiderio di sentire le voci di Keaton e dello stesso Chaplin (certo questa è anche la loro grandezza, nella quale la poesia è elemento dominante, costante). Ma quando, grazie anche al fortunato doppiaggio, prima effettuato da loro stessi, storpiato qui e là, poi eseguito dalla coppia  Mauro Zambuto e Alberto Sordi (con risultati da premio Nobel per la risata), il mondo si lucidò le orecchie e non le trascurò mai più
Sempre un piacere imbattersi nelle gag del grasso e lo spilungone che adoro di più. Meglio ancora se Piovani punta la sua magia sullo stesso vortice dei 1+1 comici.
(depa)

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