Ah i nostri figli!

Ai "Cappuccini" è tornato "Mondovisioni" coi suoi "Documentari di Internazionale". Perso il primo appuntamento, ad Elena e me non resta che prendere la funicolare di Sant'Anna per non perderci il secondo. "Future Baby", del 2016, diretto dalla viennese classe '65 Maria Arlamovsky, tratta del mondo delle fecondazioni artificiali, assistite, FIVET, donazioni d'ovuli, di sperma, di ventre...il mercato delle nascite è più libero che mai, con buona pace di chi nutre qualche dubbio.

Peccato, però, esserci persi la discussione post-visione; chissà quante belle, ma anche potenti, indignate ed entusiaste, parole avranno echeggiato per la sala parrocchiale. Eh sì perché già sullo schermo se n'è sentite di ogni (pure alle spalle, dove la solita cretina faceva salotto col collega della fila...dietro). Brava quindi la Arlamovsky che, di fronte a tutto ciò, è rimasta impassibile.
Vedremo: una sensibilissima e acutissima signora che, veleggiando sull'Hudson (bellissime le immagini di questa New York poco filmata) ci spiega che forse non tutti lo sanno, "per scarsa informazione, od errata da parte dei media, terrorismo etc, non dopo i 38-39 anni, ma già dopo i 35 diminuisce la fertilità delle donne" (ringraziamo la luminare, esperta anche in terrorismo, a quanto pare); oppure una coppia statunitense che, innamorata ma impossibilitata (e piuttosto unta, li trovate nei trailer), ha affidato tutto il proprio nécessaire (sperma lui, ovaie lei) ad una modella brasiliana (!? Signora stia attenta a suo marito!), per poi rifugiarsi, fallita la prima infornata, ad una disperata di Villahermosa; la stessa coppia vagherà per la sala parto con minolta e aifon immortalando (ops) tutto ciò che si muove (ma sono io a commuovermi di fronte a tanto spettacolo). Per non parlare della fantastica prima coppia austro-canadese: lei non è una sirena, lui non parla e ha la faccia intelligente: voi due non dovreste nemmeno avvicinarvi, altro che procreare. Un altra ha perso la bussola e ce lo mena che vuole conoscere il suo padre biologico, dannandosi per non riuscire ad abbracciare chi per qualche millesimo di secondo le ha tamponato il paraurti dell'ovulo (in un'altra vita). Ah, sì, poi ci sono i due statunitensi che, del tutto rapiti dal loro fast-food, per mancanza di tempo, non hanno trovato di meglio che inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno, vedendosene recapitare, quindi, ben tre (la mamma è candidata al Nobel per la progenitura: "state attenti che a volte le cose capitano!"). Per non parlare dello scienziato in estasi all'idea di potersi concentrare, provare e riprovare, ed accanire, mica sugli uomini!, prima sugli animali ("scimmie e topi"). Aspettate...mmh...giusto...ce n'è un altro che tratta la magia della vita come un bene di consumo qualunque...sì, questa la sapevate già (e ad ogni modo assomiglia molto al caso precedente).
Forse lo scetticismo della regista austriaca era maggiore di quanto pensassi...Sicuramente è emerso quale sia il mio interesse per il tema. La confusione è tanta e viene da pensare che dica cosa saggia la docente di bioetica di Norwich, quando spiega che non affrontare, nella maniera più scientifica ed umana possibile, un certo discorso, è il modo migliore per trovarsi inadatti al momento del dunque (quando, per esempio, una certa pratica sia già stata esercitata 5 milioni di volte). In questo senso, ringraziamo i ragazzi dei "Cappuccini", "Internazione" e gli autori di questo documentario per lo spunto.
(depa)

1 commento:

  1. Qualcuno vuole avvisare a questi future parents che il carbone, soprattutto dalle loro parti, ovunque si trovino, sta già ammazzando i loro amatissimi cuccioli?

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