Angelo Froglia getto continuo

Parliamo, anzi, ascoltiamo un po' di Angelo Froglia. Ieri sera ho imbarcato pure il Prof. Sini a seguirmi ai "Cappuccini" dove, in programma, era appunto "Angelo Froglia - L'inganno dell'arte". Documentario diretto dal torinese Tommaso Magnano, offre un rapido scorcio sull'artista livornese che bruciò tappe e se stesso. 1955-1997. Pittura, droghe, movimento studentesco (Pianosa) e "Modì". Si potrebbe ridurre a ciò la vita di un ragazzo. Se non fosse per il magma incandescente che si muove là dentro, a collegare e riempire sprofondi di fuoco. E cenere.

NO 594, NO GUNS

Vedete? Mica invento. Documentari come se piovessero. Inondocumentaria (da non confondere con quei documentari che non vogliono esserlo). Uno tsunami d'informazione su grande schermo. Martedì scorso pure la Ele presente per "Under the gun", filmato del 2016 diretto da Stephanie Soechtig: l'ennesimo approfondimento sul suicidio di massa in corso negli sfavillanti "States". Proprio ora che anche in Italia, di notte, si può sparare per legittima difesa, l'occasione è ghiotta per mettere in luce un altro, attualissimo e completo fallimento dell'umanità.

Piccolo uomo pensaci tu

Ve l'ho scritto, documentari a grappoli. E non è solo "colpa" dei ragazzi dei "Cappuccini" che, come ogni anno, arricchiscono i nostri martedì con "I documentari di Internazionale", sempre interessanti e, spesso, di qualità. Il fascino della realtà che supera, spesso in orrore, la fantasia? Chissà. Qualche settimana fa, proprio all'interno del ciclo "Mondovisioni", è stato presentato il penultimo appuntamento: "Town on a wire" (2015). Ambientato a Lod, città israeliana di settantamila uomini circa, dove la piccola numerosa comunità palestinese vive, nella propria terra, come abusiva, braccata. E' il caso più evidente del fallimento delle moderne istituzioni e politiche sociali internazionali.

Disney Blasfemia

In onore della venuta di "Sua Santità" a Genova, come ringraziamento per la militarizzazione della città (e dei cestini della rumenta tappati da grate che sanno di medioevo), come segno di devozione a Papa Francesco di sto...dei miei stivali, ieri sera la Biblioteca Libertaria Francisco Ferrer ha dato il via ad un ciclo di proiezioni dedicato al gran bene che la religione cristiana ha fatto all'umanità. Il primo appuntamento ha previsto "Narciso Nero", del 1947, "scritto, prodotto e diretto" dalla coppia anglo-magiara, a me ignota, Michael Powell ed Emeric Pressburger. Una simpatica "disney blasfemia", esasperata dal technicolor di "pongo" e dall'alienante scenografia himalayana. Lassù non tutto è così limpido.

In vita fuori dagli Stati

Periodo di documentari. Spopolano. Si può parlare di moda (i cinema non ne sono mai stati così affollati). Non che dispiaccia a noi del 'Rofum, l'importante è non perdere di vista anche la storia...del cinema. In piena crisi europea, economica e d'ideali (...), nelle sale in questi giorni "s'aggira uno spettro", il documentario "P.I.I.G.S.". Diretto da Adriano Cutraro, Federico Greco e Mirko Melchiorre, e tirato su da chi ce li aveva (crowdfunding), è una bella botta, anche se tardiva, al cerchio di stelle dorate. 

"Figli della stessa rabbia"

Qualche sera fa, dopo un bel tuffo nella popborghesia dello "Slow Fish", non mi è rimasto che fuggire verso salita Santa Caterina. E ritrovarmi nella minuscola sala Film Club, per la seconda volta da solo in pochi giorni, a tu per tu con la "Banda". Una sorta di concerto senza pogo, né sudore, né wührer in mano, è vero. Ma brividi, canzoni e pugno alzato ci sono stati. "Banda Bassotti - La brigata internazionale", uscito quest'anno, sintetizza tutti gli elementi del gruppo musicale e, inoltre, mette a fuoco il grande impegno sul "campo": fabbrica, ponteggi, Nicaragua, El Salvador, Donbass...

E' inutile: se deve deve

Il mio personale percorso tra i noir in pellicola, quelli offerti dai ragazzi dell'"Altrove", mi ha portato a conoscere Edgar George Ulmer. Regista austriaco ben presto recatosi, come molti suoi, nella fabbrica dei sogni più efficiente, Hollywood, in "Deviazione per l'inferno" (t.o. "Detour", 1945) mostra le sue doti di narratore cinematografico, sfruttando la sfortuna senza pari del protagonista...

Al di là del risultato

Sette giorni di pioggia ininterrotta in tutti i Caraibi possono diventare abbastanza deprimenti, ma la Giamaica offre sempre delle sorprese. Francesco di Bari (e tifoso del La Bari) è stato un ottimo compagno di cazzeggio e ha pure lasciato un ottimo consiglio cinematografico. “Una meravigliosa stagione fallimentare” (2015) di Mario Bucci è un film documentario che non parla solo di calcio…

Favole in tempi di guerra

Cinema vuol dire godimento, che si porta appresso quel giusto di fatica. Quindi, nonostante la compagnia, dolce o speziata, mi stacco dal tappeto e m'incammino verso il "Corallo", dov'è l'ultimo di Emir Kusturica. "On the milky road", presentato a Venezia l'anno scorso, racconta in versi liberi la bellezza in tempi di guerra. Terra color luce gialloverdegrigia, animali che proteggono un segreto, corpi di donna che...e i sorrisi di chiunque: nonostante cannoni e bombe, in un "mondo che non fa così schifo", si può sopravvivere.

Allora dite(glie)lo

Ieri pomeriggio i ragazzi dell'"Altrove" sono ripartiti con le loro succulenti "pellicolate". Tante ottime bobine in 16mm e 35mm a disposizione di tutti i famelici cinefili, altrimenti erranti, senza sala. A questo "giro" il filone è dedicato al noir e il primo appuntamento al cinema del grande Fritz Lang. Nel 1944 il regista austriaco realizzò uno dei suoi più celebri film, "La donna del ritratto", in cui l'immagine ha la meglio sull'intreccio che, dopotutto, è il più classico prestigio cinematografico (e concordo con l'amico Fritz: non poteva essere altrimenti...).

Rifallo ancora Steven

Dopo l'inattesa incursione di Zippino, ieri sera in sala Valéry è tornato il cinema. Non certo per merito suo, anzi: al veder scorrere immagini bianche e nere, tra quelle di repertorio e quelle sapientemente confezionate nel 2006 da Steven Soderbergh, il suo sconforto ha rischiato di interrompere sul nascere la visione. Sono sufficientemente contento che non ce l'abbia fatta, dato che "Intrigo a Berlino", oltre la ricercata veste rétro, sfoggia l'intreccio e l'andamento dei cari noir del passato.

Piccoli giganti crollano

Martedì scorso il quarto appuntamento col mondo dei documentari, presso i "Cappuccini": "Tickling giants", del 2016, diretto dalla statunitense Sara Taksler, ha raccontato di un chirurgo egiziano classe '74, Bassem Youssef, che nel 2011 non restò immune ai fatti di piazza Tahrir e decise di fare il "solletico ai giganti". Un documentario sulle dittature, quindi, e sulla loro solita arma della repressione, perpetrata a suon di fucili (esercito nella mano destra) e diffamazioni (stuolo di servi nella sinistra). Gli stessi dittatori, siano essi Mubarak, Morsi, Al-Sisi o...Erdogan (in questi minuti Wiki informa del "buio" imposto dal grandissimo civilizzatore turco, onore a lui e alla sua dolce mamma (troja)), sanno di essere poca roba, per cui risulta normale che ammazzino, rinchiudano e caccino. Stupisce più che la maggior parte della popolazione mondiale, in Egitto, come in Italia, come ovunque, non impari la lezione nemmeno dopo 5, 10, 20, 100 estenuanti, dolorose, mortali ripetizioni. Chi ca&%o ha votato sta gente? E, soprattutto, chi vota ancora? (ah giusto, si votano da soli ormai)

Pensiamoci noi

Il venerdì è sempre meglio iniziarlo con una visione cinematografica, così si dà i là: ad un fine settimana, ad un più fine sguardo, ad un miglior fine in generale. Con Elena, su indicazione di Baracca, ci siamo diretti verso i "Cappuccini"  perché a quanto pare il novarese classe '65, Antonio Rezza, "sopra le righe, piuttosto in forma", con "Milano, via Padova" (2013) può provocare risate speciali.