Allora dite(glie)lo

Ieri pomeriggio i ragazzi dell'"Altrove" sono ripartiti con le loro succulenti "pellicolate". Tante ottime bobine in 16mm e 35mm a disposizione di tutti i famelici cinefili, altrimenti erranti, senza sala. A questo "giro" il filone è dedicato al noir e il primo appuntamento al cinema del grande Fritz Lang. Nel 1944 il regista austriaco realizzò uno dei suoi più celebri film, "La donna del ritratto", in cui l'immagine ha la meglio sull'intreccio che, dopotutto, è il più classico prestigio cinematografico (e concordo con l'amico Fritz: non poteva essere altrimenti...).

Tra colpevoli che parlano troppo (filo spinato, ops!, ortica, damn!) e poliziotti che cercano ovunque tranne a casa dell'amante, si capisce ben presto che, più che il meccanismo narrativo, all'autore, interessasse accompagnare lo spettatore. Innanzitutto nell'avvolgente allestimento che pare porre lo spettatore al fianco del solito, grande, Edward G. Robinson (romeno classe infausta 1893, emigrato ben presto a far fortuna), dinanzi, anch'esso, agli occhi prima dolci poi diabolici, ma sempre raggianti, della statunitense Joann Bennet. Siamo presenti fisicamente nello spazio che circonda i due protagonisti, anche noi dobbiamo schivare oggetti scenografici e stupirci dell'improvvisa incursione della colonna sonora. I temi ben noti del delitto e della sua punizione, della reazione di ciascuno con la propria coscienza. Un noir piuttosto classico quindi, con sigari e non sigarette, con professori e non gangster, con ambienti rispettabili in cui solo un temibile ed astuto portiere-ricattatore, complice il terzo bicchiere, riesce a rendere l'atmosfera tutt'altro che rilassante.
(depa)

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