E' inutile: se deve deve

Il mio personale percorso tra i noir in pellicola, quelli offerti dai ragazzi dell'"Altrove", mi ha portato a conoscere Edgar George Ulmer. Regista austriaco ben presto recatosi, come molti suoi, nella fabbrica dei sogni più efficiente, Hollywood, in "Deviazione per l'inferno" (t.o. "Detour", 1945) mostra le sue doti di narratore cinematografico, sfruttando la sfortuna senza pari del protagonista...

Tutto ciò che c'è da sapere su Ulmer e questo film, oltre che essere stato riassunto succintamente dall'insolita introduttrice, è reperibile in rete, tra cui: sei anni, due location, Murnau e "B-movie". Che poi, a proposito dell'ultimo tag, questo film lo è in senso stretto, non certo esteso (altrimenti sai quante belle produzioni dovrebbero finire nella stessa bistrattata classificazione...). Qui l'atmosfera è carica, densa di ricordi ed inconvenienti; il nervosismo cola sulla fronte del protagonista, l'ottimo Tom Neal; tutte le palle del mondo tra le unghie della dark lady cui non dare mai un passaggio, la graffiante Ann Savage; voce narrante, dissolvenze e qualche trucco che non sfori il budget (come tirare il cavo dalla parte dell'apparecchio telefonico e non della presa, se no chi lo sente il proprietario del set?). L'intreccio regge, ansia e paranoia montano in auto e ripartono. Non resta che star seduti e non inseguire vane lucciole (come il pianosequenza finale, di cui confermo, non v'è traccia, altro che "incorniciare": incornicia questo).
(depa)

ps: anche voi, quando volete telefonare, vi arrotolate il cavo attorno al collo?

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