Murder & Revenge!

E domenica mattina, sempre in sala Valéry, è stata la volta di un Fritz Lang anomalo. Per l'ambientazione, il mitico e violento Far West, non certo per la disinvoltura mostrata dal regista austriaco nell'allestire (in studio) un racconto così avvincente. "Rancho Notorious", del 1952, è una lunga e faticosa vendetta in technicolor vivace, dove il carisma di Marlene Dietrich, tra leggenda e tempo che passa, si delinea ancor più marcato.

Il "paradiso azzurro" all'improvviso fu infranto da sporchi ceffi e il cavaliere fu indomito nel braccare e colpire, senza frenare (sfoca l'immagine sul volo del tremendo sconfitto). Tutto era sorto da un bacio, ma nel Lontano Ovest una nuvola di polvere può cambiare tutto. Ne sa qualcosa il protagonista. Vedrà l'altra parte della barricata, interrompendo definitivamente il precedente e illusorio idillio; si imbatterà in personaggi di cui si parla da una costa all'altra (l'entrata in scena di Altar "Dietrich" Keane è un colorato inno alla gioia), ascolterà le voci del West,  ogni cosa per quella vendetta che la mano della sua bella invocò (ritorna la mano rigida di "M", col rigore di dolore e odio). 
L'incontro con Marlene, si sa, può sconvolgere. E anche se Vern, rivelatosi un gran seduttore, sfacciato e intraprendente, è giunto al cospetto di Altar Keane per una missione d'onore, non rimarrà immune da questa donna con la "D".
(depa)

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