X che esce e colpisce

Domenica sera, in piazza Senarega, si sono incrociati i flussi: "Ghetto People", "Fronte Degrado" e "Grimaldello", tutti uniti in nome della socialità, della condivisione di storie ed esperienze, della riappropriazione degli spazi da parte di tutti. Alcuni ragazzi fanno una proposta, altri ragazzi veloci la raccolgono. I temi di razzismo ed integrazione, alla ribalta in questa fase storica, hanno portato sul telo bianco "Malcolm X" di Spike Lee, pellicola del 1992 basata sull'autobiografia dell'attivista afroamericano. Luci ed ombre, inevitabile dove i rapporti tra esseri umani nascono, crescono e si consumano nel terreno putrido (quanto a valori) e fertile (quanto a money) del più bieco razzismo.

Film tosto a viso aperto. Sin dal discorso infuocato iniziale, pronunciato su Stati (Dis)Uniti d'America in fiamme, l'energia di Malcolm Little non può che spandersi nella piazzetta dei caruggi (poco più in là piccini in divisa blu fanno sit-in comici per far star sereni amministratori ed assessori). Forza vitale che stava andando in una direzione ben poco stimolante (ehi, non fraintendetemi...), ma che, anche per tutte le altre sbandate successive, è stata incanalata in una lotta fondamentale. Quella del diritto di ciascun nero, di tutti i neri della terra, soprattutto quelli maggiormente presi per i fondelli, gli afroamericani appunto, di camminare a testa alta e far da sé, liberamente.
Reazione rabbiosa, poi cieca, quindi intrisa di folle amore, prima, lucida analisi l'attimo seguente. Figura ben complessa quella del carismatico ragazzo del Nebraska. Non era facile farne un film. Spike Lee, coronando un sogno, decise di affrontare la difficoltà nel raccontare novità, forza e ambiguità della formazione, delle posizioni e delle parole dell'attivista. Il risultato è un filmone di 3h20' dai colori variopinti, costumi e luoghi degli anni '40, dalle parole semplici ma potenti (e coraggiose), vecchie ma attuali, che ha messo a dura prova i presenti in piazza. Un po' confuso, pare rincorrere con affanno la scalpitante figura tra privato e pubblico.
Non è il mio preferito di Spike Lee (che tra l'altro è uno solo), ma vale la pena fare la conoscenza di Malcolm.
(depa)

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