Gatta che ammazza

Al secondo appuntamento con le "Dive", lunedì scorso, all'"Altrove", Elena ed io ci siamo imbattuti in un'altra parigina dell'élite cinematografica: Catherine Fabienne Dorléac, a.n.c. C. Deneuve. Ancora una pellicola tagliata su misura per la femme protagonista, questa volta l'abile sarto fu Roman Polański che, nel 1965, al suo secondo lavoro, confezionò la celebre "Repulsione" che portò ad una piccola ma scioccante (e "bellissima") strage.

Pellicola che sottende dall'inizio alla fine un'evidente cura nella regia; si sofferma con eleganza sulle turbe dell'algida protagonista. Inquadrature che indicano ed amplificano la sensazione di allucinata fobia; nel piccolo appartamento in lento e inquietante disfacimento, la m.d.p. si muove sinuosa dietro la bella protagonista ed il senso di claustrofobia tra le mura domestiche (crepate) si attorciglia con quello opposto provato lungo le brevi, ma altrettanto minacciose, parentesi esterne. Il risultato è garantito anche dall'utilizzo astuto e sapiente del sonoro (con abbondanza di contrappunti, su tutti quello ugualmente percepibile tra il dolce volto e i funesti raptus). L'angoscia che pervade il film, inoltre, non gli impedisce di sfidare il pubblico con un pizzico di ironia.
Ottimo esercizio, per un regista allora quasi esordiente (ma già dal primo...).
(depa)

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